Quando a Gallarate si pensava alle olimpiadi e si imitava Maradona
Grande festa per i 100 anni della Gallaratese. Il giornalista Vito Romaniello ne ha raccontato la storia in un filmato emozionante
Un territorio si può raccontare anche partendo dalle vicende della sua squadra di calcio. È quello che ha fatto il giornalista di Rete55 Vito Romaniello che, nell’anno del centenario della Gallaratese, ha realizzato un video dedicato alla squadra. In realtà Romaniello è andato ben oltre la sua “missione sportiva”, perché nel raccontare le gesta del sodalizio sportivo, dal 1909 fino ad oggi, ha tracciato un profilo preciso della città, della sua anima, delle sue risorse e della sua gente. Il video, prodotto dalla Sunrise di Michele Marocco, è stato presentato alle Scuderie Martignoni di Gallarate alla presenza di molti protagonisti di ieri e di oggi, compreso il sindaco Nicola Mucci e Nino Caianiello, presidente di Amsc, che della città ne reggono le sorti.
(nella foto: Rubens Fadini, cresciuto nella Gallaratese e morto nel disastro di Superga)
Una storia, quella raccontata da Romaniello, che trasuda passione sportiva (non solo pallonara), la stessa dei tanti testimoni consapevoli che hanno sfilato davanti alla telecamera: Angelo Seveso, Candido Cannavò, Giorgio Caravatti, Davide Pennazzato, Antonino Puglisi, Mario Beretta, Susanna Egri, Elio Bertozzi, Enrico Milani, Fabio Pasetti, Pino Orioli e Giancarlo Battaglia. La storia industriale della città si intreccia, dunque, con le imprese olimpioniche dei ginnasti e con le prime pedate al pallone date dagli operai tessili inglesi "in trasferta" lavorativa nelle fabbriche gallaratesi. Ricordi genuini, stralciati da quella patina che di solito ammanta le cronache sportive, in particolare quelle calcistiche. La serata alle scuderie Martignoni è stata illuminata dalle immagini di un gol segnato da Franco Turchetta, meglio del Maradona dei tempi migliori. Un lampo accecante in una serata piovosa.
«Ho affrontato questo argomento con passione – spiega Romaniello – consapevole che per la prima volta mi scontravo con una società atipica, perché la storia calcistica della Gallaratese è imprescindibile dalla sezione ginnica. La parte “pallonara” fu fondata in un secondo momento dagli operai inglesi della “Tessitura Maino”, come furono gli anglosassoni a portare il football nel nostro paese sbarcando con le loro navi nei porti della nostra penisola; non a caso la squadra italiana più antica è il Genoa, nato come cricket e football club nel 1893».
«Compiendo questo viaggio nella storia sportiva – continua Romaniello –, ho incrociato dei trofei dal valore storico elevatissimo. Nel 1900, ad esempio, la Gallaratese vinse la Coppa del Re e fu premiata proprio da Umberto I, a poche ore dall’attentato che gli costò la vita a Monza. Venendo alla storia recente della squadra, e alla fusione del 1995 con la Pro Patria, la situazione si complica. I tifosi si sono rivisti nei fasti della squadra di Busto fino al 1998, anno in cui avvenne il vero strappo tra le due fazioni, quella bustocca e quella gallaratese che portò, dopo aver raggiunto per tre anni consecutivi i playoff sotto la guida di Mario Beretta, al distacco definitivo dalla società di via Ca’ Bianca, spingendo il presidente Giorgio Caravatti a quella promessa da sogno: riportare in alto il nome della città di Gallarate, riuscendo in un futuro non troppo lontano a far disputare alla sua squadra il derby contro la Pro Patria».
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