Storie di acqua, guerra e riso nel castello del Bascapé

VareseNews vi propone un viaggio tra le dimore storiche del Novarese, scenari del premio letterario "I cento castelli". La prima tappa è a Vespolate. In menù riso carnaroli e salame della duja

castello vespolateUna torre altissima e imponente è il biglietto da visita del Castello di Vespolate, nel Novarese. Una dimora elegante e dalla storia controversa e segnata, come tutte le terre che la circondano, dall’acqua delle immense distese di risaie. Oggi è una residenza privata, appartenente alla famiglia Macchi ed è uno scenario molto gettonato per matrimoni e cerimonie. Il castello di Vespolate è solo uno degli ipotetici scenari che potranno ispirare gli autori che parteciperanno al premio letterario I cento castelli promosso dall’Associazione Parco culturale Ludovico il Moro. VareseNews l’ha visitato per voi, per raccontare l’atmosfera preziosa e signorile che ancora oggi si respira tra le mura del castello.

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Vespolate – la gastronomia 4 di 12
La storia – Il castello di Vespolate è stato costruito nel X secolo. Le prime notizie storiche che lo riguardano risalgono al 1053 quando la Contessa Adelaide, figlia del Conte di Parma e vedova del Conte di Pombia, lo donò a Rodolfo da Besate. Nel 1351 la struttura venne ampliata con la costruzione dell’attuale rocca ad opera del Vescovo Guglielmo Amidano, come documentato da una lapide in caratteri gotici. Negli anni successivi la proprietà passò agli Sforza e nel 1457 Il Principe Francesco prese possesso del Castello e del feudo di Vespolate che fu poi attribuito nel 1539 al marchese di Novara, Pier Luigi Farnese, duca di Parma. In seguito l’Austria subentrò alla Spagna nel dominio del territorio, fino al momento in cui tutto il novarese venne a far parte del Regno di Sardegna (1748). A partire dal 1767 la proprietà di tutto il territorio del paese tornò al vescovo di Novara, che assunse il titolo di “Marchese di Vespolate” e successivamente, nel 1817, quello di “Principe di S.Giulio, Orta e Vespolate”. Con la legge del 1866 che espropriava i beni ecclesiastici il Castello e la Rocca di Vespolate passarono in mano a privati.

castello vespolate mappa La mappa – A illustrare come era disposta in passato la struttura è oggi una preziosa mappa. Il documento dimostra che dell’antica residenza e delle mura che la circondavano ora si conserva ben poco. Essa subì numerosi cambiamenti, quelli più significativi avvennero tra il Trecento e il Quattrocento, quando l’antico "castrum" medievale (centro giuridico del territorio) perse le sue funzioni fino a diventare un centro di raccolta di scorte alimentari.

Il vescovo Bascapé – Tra i personaggi che più hanno influito sulla storia di questo castello, del comune e di tutto il Novarese deve essere citato senza dubbio il vescovo Bascapé. Fu una figura determinante nel processo di conversione del territorio ma anche responsabile della trasformazione delle tradizioni popolari in riti del cattolicesimo. In particolare è stato ricordato come l’ideatore dei Sacri Monti come quelli di Varallo e di Orta. Di Novara fu vescovo dal 1593 e rimase nella cittadina per 22 anni, sino alla sua morte avvenuta nel 1615.

Il castello oggi – Il Castello di Vespolate appartiene alla famiglia Macchi. È una residenza privata ma custodisce comunque le preziose tracce del passato. Al suo interno e nel giardino ospita eventi, cerimonie e matrimoni

castello vespolate, colpe di una madreIl processo nel Medioevo – Come tutti i castelli anche quello di Vespolate ha una storia da raccontare. La si può trovare nelle pagine del libro "La colpa di una madre" di Maria Adele Garavaglia. Un romanzo storico ambientato nel 1450 nella campagna novarese, dove prende vita la storia di Giovannina, una donna molto povera rimasta incinta, processata e condannata per infanticidio. La donna confessò ma solo dopo feroci torture. La storica Maria Adele Garavaglia, ha ripercorso gli atti del processo ritrovati e pubblicati nel 1915 e ne ha tratto il romanzo che è stato pubblicato dalla casa editrice Interlinea.

Abbiamo degustato per voi – Tartare di carne piemontese, salame della duja, cotechino con purè di zucca, risotto carnaroli con riduzione di vino rosso dei Colli Novaresi, risotto carnaroli con ragù d’anatra al profumo di timo, oca con verze, millefoglie al profumo di sottobosco con crema alla vaniglia. I vini abbinati: Barbera d’Asti, Rosè delle Colline Novaresi, Bianco Montarido 

 

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Pubblicato il 17 Dicembre 2009
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Castello di Vespolate – l’interno 4 di 14

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