I lavoratori di Eurofly manifestano: «No ai trasferimenti ad Olbia»

I circa 80 dipendenti interessati allo spostamento da Malpensa alla Sardegna hanno urlato la loro contrarietà al piano di fusione tra Meridiana e Eurofly che prevede lo spostamento della base operativa

Protestano a Malpensa i lavoratori EuroflyUn volantino che girava tra gli enormi spazi dell’aeroporto di Malpensa riportava la frase: «La vostra sicurezza dipende dalla nostra insicurezza. Gentili signori passeggeri, niente è come sembra; dietro ad ogni sorriso che ricevete ci sono prevaricazioni aziendali e sudore dei lavoratori». Una frase forte, rivolta ai passeggeri che ignari transitavano in quel momento in aeroporto, è quella che i dipendenti di Eurofly hanno scritto sul loro volantino di protesta distribuito questa mattina (mercoledì) in occasione della manifestazione indetta contro la decisione della società, che si è fusa con Meridiana, di trasferire tutti gli uffici da Malpensa ad Olbia. La richiesta ai lavoratori è quella di spostarsi, armi e bagagli, sull’isola per poter continuare a lavorare. L’alternativa, manco a dirlo, è il licenziamento.

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Gli 80 lavoratori interessati (personale di terra) non ci stanno e questa mattina hanno organizzato una protesta con le sigle sindacali di Cgil-Cisl-Uil e SdL. Stefano Croce della Filt-Cgil sottolinea la difficile situazione di fronte alla quale si trovano i dipendenti di Eurofly: «L’azienda sta chiedendo a persone che hanno famiglia e mutuo qui di trasferirsi ad Olbia, così di punto in bianco – racconta Croce – mentre la nuova compagnia nata dalla fusione di Meridiana ed Eurofly ha già in previsione 120 esuberi». Il rischio concreto, secondo i lavoratori di Malpensa, è che la compagnia aerea prima faccia trasferire i suoi dipendenti per poi eliminarei tanti con contratto a termine.

Secondo i sindacati la tattica di Meridiana Fly (questo è il nuovo nome in seguito alla fusione) è quella di trasferire la base operativa della compagnia aerea ad Olbia per ottenere finanziamenti regionali e agevolazioni per la costruzione di nuovi capannoni e ottenere dallo stato gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione nei periodi di magra del lavoro: è noto che l’aeroporto di Olbia lavora principalmente d’estate con arrivi e partenze di centinaia di migliaia di turisti. Lo sanno bene anche i sindacati che, infatti, sottolineano, «Come si pensa di sviluppare un piano industriale serio ad Olbia? – sottolineano –  E’ evidente che gli obiettivi della compagnia sono altri». La manifestazione si è tenuta pacificamente all’interno dall’aeroporto e si è conclusa intorno alle 14.

Per quanto riguarda l’incontro avuto col direttore dell’aeroporto, ingegner Bitto dell’Enac, al termine del percorso della manifestazione, gli è stata illustrata la situazione in merito al piano industriale ed alle intenzioni aziendali. I manifestanti hanno calcato la mano su argomenti per i quali Enac non può restare indifferente: il primo relativo alle necessarie verifiche di copertura finanziaria di tale piano di fusione (il cambio dei codici di compagnia ha un costo per tutte le rotte assegnate); il secondo relativo al personale che da giugno scorso sta diminuendo in modo visibile (contratti a tempo determinato non rinnovati e singole persone che danno le dimissioni). Questo ultimo punto si ripercuote anche sui settori tecnici/manutentivi dove si svolge una attività di presenza H24 con le conseguenti difficoltà di copertura dei turni, richiami in servizio, mancati riposi, extra lavoro, etc…., quindi un possibile rischio per la sicurezza e qualità del lavoro va verificato, specialmente in vista della fusione/trasferimento/licenziamenti che porta ad un ulteriore decremento del personale in forza a Malpensa. Bitto, ha garantito che riporterà alla Direzione di Milano le argomentazioni e che sicuramente gli ispettori coinvolti in questo procedimento faranno le dovute verifiche.

Tutto ciò è stato riportato ai lavoratori con i quali ci si è dati appuntamento alla prossima settimana per una iniziativa similare presso la provincia di Varese o in regione a Milano. Il 4 febbraio è previsto un ulteriore incontro con Meridiana, definito “conclusivo”. Ovviamente un esito negativo di tale incontro potrebbe far scattare una mobilitazione diversa da quella vista oggi – fanno sapere in conclusione i sindacati.

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Pubblicato il 27 Gennaio 2010
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