‘Ndrangheta, il pm chiede il rinvio a giudizio per 52
Formalizzata la richiesta da parte del pm della Dda Venditti. Erano tutti affiliati alla locale di 'ndrangheta "Legnano-Lonate Pozzolo" sgominata nel marzo dell'anno scorso
Sono ben 52 i presunti appartenenti alla "locale" (cosca) di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo e Legnano di cui la Procura di Milano chiede il rinvio a giudizio; di questi solo una mezza dozzina, gli accusati del reato associativo, è ancora in carcere. Sabato scorso si è tenuta di fronte al gip Cantù Rajnoldi l’ultima udienza dell’incidente probatorio, tramite il quale si sono raccolte testimonianze utili a definire il successivo quadro processuale. Ora l’inchiesta della direzione distrettuale antimafia milanese, proseguita per quattro anni a seguito di una preoccupante escalation di fatti criminosi, inclusi alcuni omicidi (quelli di Cataldo Murano, Giuseppe Russo, Alfonso Murano, Carmelo Novella e Aloisio Cataldo) e che ha condotto nel marzo all’operazione Bad Boys, sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio formalizzata dal pm Mario Venditti; viene altresì convocata l’udienza preliminare per il prossimo 15 febbraio.
I 52 accusati farebbero parte di un’organizzazione malavitosa ormai fortemente radicata tra l’Alto Milanese e il Basso Varesotto e legata al clan crotonese dei Farao-Marincola. Fra i reati ascritti si va da lesioni e violenze all’usura, dalle estorsioni alle rapine, dal riciclaggio di denaro a incendi, danneggiamenti, truffe e violazioni della concorrenza. Come accennato quasi tutti sono al momento fuori dal carcere, per lo più ai domiciliari: fra questi anche personaggi come Vincenzo Rispoli, nipote del boss Giuseppe Farao e individuato dagli inquirenti come principale referente del gruppo, poi scarcerato nel novembre scorso da una sentenza della Cassazione che annullava un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Milano. A metà febbraio la nutrita pattuglia degli accusati comparirà dunque di fronte al gip Chiara Valori, già in servizio a Varese fino all’anno scorso. Non resta che definire le linee difensive di fronte ad imputazioni pesanti.
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