PGT, Busto “chiama” Castellanza: “allargate via Piemonte”

Dal lato bustese, la sua prosecuzione su viale Gabardi dovrà diventare un vialone a quattro corsie: lo prevedeva già il vecchio piano regolatore. Un esempio di dialogo a distanza tra uffici

Busto Arsizio e Castellanza dialogano sui rispettivi Piani di Governo del Territorio (PGT), da ufficio a ufficio. Di mezzo c’è il futuro di quella delicata area di collegamento a margine del Parco Alto Milanese costituita dall’asse di quello che è noto come viale Gabardi a Busto e via Piemonte a Castellanza. PalaYamamaY (sotto nella foto), Multimedica Santa Maria, l’accesso principale al Parco ma anche l’Esselunga castellanzese sono alcune delle realtà che si trovano lungo questo collegamento.
A renderlo finalmente più veloce dall’apertura della famosa rotonda doppia a "a fagiolo" sul viale Boccaccio di Busto, al posto del detestabile semaforo a tre tempi che nelle ore di punta causava code interminabili.
Ora però Palazzo Gilardoni chiede ai cugini in riva all’Olona di aggiungere alle previsioni del loro PGT l’allargamento di viale Piemonte, perchè secondo il vecchio piano regolatore bustese (PRG) tuttora in vigore, viale Gabardi dovrebbe avere un calibro di circa 30 (trenta) metri. Praticamente un’autostrada: infatti dovrà diventare un vialone di scorrimento a doppia carreggiata, si veda la tavola, «sul modello di viale Boccaccio», come precisa a richiesta il vicesindaco Giampiero Reguzzoni. I trenta metri sono comprensivi delle carreggiate, della fascia verde centrale – per le alberature si dovrebbero poter mantenere quelle attuali – dei marciapiedi, della pista ciclabile, appositamente distaccata dalla strada esistente oggi, e delle fasce di rispetto per le costruzioni. La cosa non deve meravigliare: il vecchio PRG degli anni Settanta, redatto nel pieno della più tumultuosa crecita della storia bustocca, prevedeva una città di 120.000 abitanti. Le cose sono poi andate altrimenti.
In funzione di questo allargamento, il Comune ha già realizzato la rotatoria di piazzale Kennedy e lungo il viale una pista ciclopedonale. I terreni del Parco Alto Milanese invece non saranno toccati.

Quando si parla di Piani di Governo del Territorio, bisogna tenere conto di un aspetto del nuovo strumento urbanistico voluto dalla Regione nel 2005: l’enfasi posta sulla collaborazione fra enti locali confinanti nelle rispettive previsioni di sviluppo e scelte di fondo. Insomma, il tempo di "una scarpa e una ciabatta", della zona industriale di un comune accanto a quella residenziale del vicino sorta alla bell’e meglio senza servizi, o dello stradone da nove metri che finisce di colpo in un viottolo di campagna, almeno nelle intenzioni dovrebbe essere finito.
Proprio la delibera di giunta recentemente (fine dicembre) approvata in quel di Palazzo Gilardoni sulla questione dell’asse di viale Gabardi aiuta a mettere in luce l’ottica del raffronto e dell’armonizzazione urbanistica.

Castellanza a differenza di Busto ha già approvato il suo PGT. Nel maggio scorso Palazzo Brambilla, pubblicati Documento di Piano, Rapporto Ambientale e "sintesi non tecnica" del PGT, inviava una nota ai colleghi bustocchi per un parere di competenza. Da Palazzo Gilardoni i tecnici si sono concentrati sugli ambiti di trasformazione urbanistica (ATU) 3, 4 e 5, direttamente confinanti o in grado di influenzare il territorio bustocco: "pur ritenendo le scelte e le azioni di piano coerenti con gli obiettivi generali prefissati dallo stesso", esprimevano "alcune perplessità" sulla valutazione in termini di “effetti potenzialmente positivi” nel Rapporto ambientale in relazione all’ATU4, rilevando che "il carico urbanistico indotto dalle azioni previste per i citati ambiti, comporta indubbiamente una considerevole ricaduta viabilistica" su viale Borri, "già attualmente congestionato dal traffico locale e da quello indotto dagli insediamenti commerciali esistenti". Si auspicava che le misure compensative già previste fossero "sufficientemente efficaci per mitigare potenziali effetti negativi prodotti dal traffico”. Recependo questo parere nella Vas (Valutazione ambientale strategica), Castellanza ha attivato parallelamente alla redazione del PGT uno studio specifico sul traffico. L’amministrazione Farisoglio infatti intende intervenire sulla viabilità di via Piemonte (che come detto continua in viale Gabardi a Busto) e del viale Borri per renderli in grado di "assorbire i nuovi carichi insediativi" – che quindi cresceranno, si pensi solo all’area dell’ex Mostra del Tessile.

Anche dopo l’approvazione in consiglio comunale del PGT castellanzese, in novembre Palazzo Gilardoni osservava che le aree degli ATU 3,4,5, "immediatamente a confine del comune di Busto Arsizio, risultano di grande interesse territoriale e le azioni previste sugli stessi hanno delle ricadute sovracomunali, soprattutto in relazione alla mobilità". Che richiederanno "riqualificazione e razionalizzazione" della mobilità in viale Borri (ex SS527), viale Gabardi – via Piemonte, via Azimonti (Itis-Ipsia).
Nel dettaglio risulta che Castellanza eliminerà il semaforo tra viale Borri e via Azimonti, chiudendo anzi l’accesso dal primo alla seconda, che si collegherà invece al tratto terminale di via Piemonte. All’Itis insomma si accederà venendo da via Gabardi e non da viale Borri. Qui casca l’asino: a Busto si teme che per sgravare viale Borri si congestioni via Gabardi. Al tutto si aggiunge la vecchia previsione del vialone a due corsie: ed ecco la richiesta di "correzione in corso d’opera".

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Pubblicato il 07 Gennaio 2010
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