“I turisti ci sono ma restano solo un week end”
Cresce, anche nell'anno della crisi, il numero dei viaggiatori che arrivano nel Varesotto. Ma il tempo trascorso sul territorio è ancora limitato. La sfida sarà far crescere il numero delle presenze
Uno su due è straniero, resta in media un paio di giorni e sceglie strutture di alto livello, come alberghi a quattro o cinque stelle. È questo a Varese l’identikit del turista tipo secondo un recente studio condotto dall’Università Liuc e da Unioncere Lombardia. I dati mostrano come il turismo a Varese sia cresciuto negli ultimi anni ma anche la sua buona tenuta, rispetto al resto della Lombardia, nell’anno della crisi. «Quella varesina – spiega Massimiliano Serati, professore associato di politica economica all’ateneo di Castellanza – è un’ottima performance, seppur inferiore a quelle di altre province forti come Milano o Brescia. E lo è stata anche nel 2009. Varese infatti è una delle poche aree lombarde ad aver chiuso l’anno in positivo, con l’aumento degli arrivi del 5 per cento ovvero di 40 mila turisti». A crescere, nonostante il periodo sia complicato, è dunque il numero dei viaggiatori che raggiungono il nostro territorio. Nel 2008 questo flusso ha contato le 800 mila persone (in crescita del 7 per cento rispetto al 2007) per un totale di oltre 1.500.000 presenze, vale a dire in media due notti trascorse nelle strutture del territorio. «In questo dato – spiega Paola Della Chiesa, direttrice dell’Agenzia per il turismo – si riflette il peso del turismo legato agli affari. Ma non è il solo importante per il nostro territorio. Per questo motivo in futuro cercheremo di lavorare sulla promozione delle bellezze varesine, anche per allungare la permanenza dei viaggi a Varese e per caratterizzare ancor di più la nostra provincia su scenari internazionali in prospettiva Expo. Alla Bit abbiamo già ottenuto un buon risultato».
«Nel Varesotto il turismo è diventato negli anni uno dei motori più attivi del sistema economico – ha aggiunto il decente dell’università di Castellanza -. Varese ha lavorato con impegno ed è cresciuta molto e ora ha raggiunto con i suoi numeri altri territori come la vicina Como». Dal 2000 al 2008 gli arrivi sono infatti cresciuti del 65 per cento mentre le presenze del 50. Quest’ultima cifra resta però ancora limitata, tanto da delineare un tipo di turismo di passaggio, legato ad esempio alla presenza dell’aeroporto. «Malpensa è un asset importante ma è solo uno dei tanti – precisa Serati -. È vero la sua esistenza ha inciso molto nell’ultimo decennio ma questo territorio può vantare tante altre caratteristiche che lo rendono attrattivo. Come un’offerta diversificata e ben bilanciata tra vocazione leisure e vocazione business, un patrimonio naturale, artistico-culturale, ma anche produttivo di assoluto rilievo, un ventaglio di offerte ricettive di elevata qualità, una forte propensione ai temi della sostenibilità ambientale anche in materia di turismo, la spiccata attenzione degli attori pubblici operanti sul territorio nei confronti delle problematiche connesse con la valorizzazione e la promozione di Varese a fini turistici». L’offerta della nostra provincia conta in totale 11 mila posti letto negli alberghi, 9 mila nelle strutture extralberghiere (campeggi, bed and breakfast, …) e 15 mila per il turismo congressuale. Il 55 per cento di questa offerta appartiene a strutture ad almeno 4 stelle un dato molto importante, rispetto alla media regionale del 38 per cento. Questi sono i numeri e da qui partirà l’attività della neonata Agenzia per il turismo nella quale hanno investito Provincia e Camera di Commercio. Ora la sfida sarà vederli crescere, attenderemo i risultati.
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