Immigrazione fra drammi reali e percezioni distorte
Se ne è discusso in un'assemblea studentesca indetta dal liceo Tosi, presente il giornalista-blogger Gabriele Del Grande
Gli accordi con la Libia per i respingimenti dei barconi, i fatti di Rosarno, la percezione dell’immigrazione. Questi alcuni dei temi più pregnanti dell’assemblea studentesca del liceo scientifico Arturo Tosi che su questi argomenti ha dibattuto ieri e oggi, nei due appuntamenti al cinema Lux di Sacconago. Un argmento, quello dell’immigrazione, che soprattutto i più giovani sentono di dover affrontare in prima persona perchè lo vivono ogni giorno nella propria città, nella propria scuola, in classe. Ospiti sul palco per il dibattito, moderato da Massimo Lonardo per gli studenti, erano Jacques Amani, sindaclista CGIL di Varese e immigrato di origini ivoriane, Stefano Gussoni di Comunità Giovanile e Gabriele Del Grande, giornalista freelance e blogger che dal suo sito Fortress Europe affronta i temi e i drammi dell’immigrazione.
La mattinata ha visto la proiezione di tre filmati che hanno introdotto l’argomento: "Come un uomo sulla terra", storia di migranti dall’Etiopia alla cui realizzazione ha partecipato Del Grande, una puntata delle Iene dedicata ai "disperati del Sahara", il filmato di Fabrizio Gatti ("Bilal") per L’Espresso sui migranti attraverso il deserto, infine "Il Tempo delle Arance" di Nicola Angrisano dedicato ai fatti di Rosarno. Immagini e fatti (fatti, non opinioni) che hanno scandito il dibattito con le domande dei ragazzi dalla platea. Si è affrontata la questione immigrazione da vari punti di vista, di politica interna, ovviamente, ma anche estera: ad esempio le relazioni con la Libia, determinate dalla politica dei respingimenti dei barconi che comunque portano solo un dodicesimo degli immigrati (cifra riferita da Del Grande). Lasciandoli nelle mani di uno Stato dittatoriale, ma ricco di petrolio. I filmati mostravano un chiaro e duro spaccato di questa situazione, particolarmente penosa per quanti finiscono nelle carceri libiche – famigerata quella dell’oasi di Cufra – dove violenze e schiavitù sono all’ordine del giorno. Drammatico il destino di eritrei e somali respinti in Libia: non possono cavarsela con qualche breve periodo di detenzione per tornare in patria, i secondi perchè la patria proprio non esiste dopo 19 anni di guerra civile, i primi perchè rischiano la pelle come disertori in un’Eritrea ridotta ad un’immensa caserma.
Cinismo o rassegnata realpolitik trattare con un Gheddafi, un’attività che si era avviata sotto il Prodi bis e Berlusconi ha portato a termine? Per Amani «un Paese democratico non può firmare un simile accordo». Gussoni difendeva la linea del governo: «Siamo qui per capire, non per giudicare: non dobbiamo metterci su barricate utopiche». La cosa grave, per Del Grande, è invece che i respingimenti in frontiera in collaborazione con i libici violano principi di legalità internazionale e costituzionale, in particolare sulla tutela dei minori, accompagnati e non, e sull’asilo politico, «che i Padri Costituenti vollero riconosciuto perchè erano stati perseguitati dal fascismo ed esuli in terra straniera».
Ma il piatto forte erano i fatti di Rosarno, che hanno squarciato il velo su condizioni deplorevoli di sfruttamento in agricoltura, gabellate da qualche residente locale persino come «beneficenza», o come «strumentalizzazioni della sinistra in cerca di voti». La popolazione di stranieri addetti alla raccolta delle arance è stata aumentata dall’afflusso di altri, espulsi dalle fabbriche del Nord travolte dalla crisi, e riclandestinizzati per effetto della legge Bossi-Fini. Da una parte gli immigrati che denunciano paghe da 15-20 euro per spaccarsi la schiena dall’alba al tramonto e vivono senz’acqua nè luce; dall’altra i rosarnesi che rifiutano facili etichette di sorta e si sentono benefattori incompresi.
La discussione stimolata dai ragazzi virava però sulla questione degli ex CPT, ora centri di identificazione ed espulsione. «Gli espulsi in realtà non superano il 30% di chi vi entra» riferisce Del Grande: la stampa può ora visitare questi centri, sull’onda del lavoro pionieristico di Fabrizio Gatti, travestitosi da migrante per documentarne la realtà. Che sovente è squallida nel Mezzogiorno, più sopportabile al Nord. «In questi luoghi si fa violenza llo stato di diritto: vi si detengono, sia pure per sei mesi, persone che non hanno commesso reati». In più la legislazione sulle espulsioni crea a volte grottesche iniquità: è successo che persone nate e cresciute in Italia ma prive della cittadinanza, anche minorenni, venissero espulse, come Del Grande racconta.
Amani interveniva sulla favola secondo cui l’immigrato "ruba il lavoro". «Servono 300.000 ingressi l’anno» per mandare avanti la baracca Italia, questa è la realtà. La politica pensi quindi a integrare, e non alla demagogia. Per Gussoni invece il problema è identitario: da rigettare il multiculturalismo che a suo dire caratterizzerebbe l’atteggiamento europeo, con una serie di rinunce successive a «pezzettini di identità» (vedi questione crocifissi) "per venire incontro" allo straniero. E sui commenti dei ragazzi la riflessione di Del Grande: «Si sceglie forse se nascere uomo o donna», bianchi o neri, "qui" o "là"?
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Andrea Camurani su Risse, violenza e atti osceni, le «calde» notti sul lungolago di Laveno Mombello
GiuseppeMaranghi su Risse, violenza e atti osceni, le «calde» notti sul lungolago di Laveno Mombello
axelzzz85 su Il viadotto della tangenziale di Vedano è tornato percorribile: a ottobre la riapertura completa
lenny54 su "La situazione a Gaza è inaccettabile", si fermino le armi
EnnioSpaggiari su Aggiudicati i lavori per l'area ex Siome di Malnate
axelzzz85 su Varese Pride 2025: in migliaia per i diritti, Vladimir Luxuria accende il corteo
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.