La Riganti si ferma per ricordare Gaetano

Per una giornata i cancelli dell'azienda sono rimasti chiusi. I lavoratori hanno indetto un'assemblea per darsi conforto e affrontare il tema della sicurezza all'interno dell'impresa

Gaetano SerafiniRegna il silenzio alla Riganti spa di Solbiate Arno. I cancelli dell’azienda di via Vittorio Veneto sono chiusi, i lavoratori hanno deciso di fermarsi in segno di cordoglio nei confronti del loro collega Gaetano Saraceni (nella foto) morto a soli trentun anni a causa di un infortunio avvenuto all’interno dell’officina. Quella di ieri è una giornata che tutti i dipendenti ricorderanno, un giorno di lavoro come tutti gli altri rotto all’improvviso dalla tragedia. Alcuni colleghi questa mattina hanno portato dei fiori in molti si sono trovati fuori dall’azienda per parlare e per darsi conforto a vicenda. La morte di Gaetano, un ragazzo allegro e solare come tutti lo ricordano, è un trauma difficile da superare. È forte il dolore anche per il titolare e sindaco del paese, Marco Riganti: «Questi eventi sono un dramma per tutti, siamo sconvolti da questa perdita – ha commentato l’imprenditore -. Oggi è una giornata ancora più dura di ieri perché si riflette su quanto accaduto si cercano delle spiegazioni. A Gaetano eravamo tutti molto affezionati. Era con noi da otto anni… Un ragazzo speciale era amico di tutti. Cercheremo di superare questo momento, andando avanti insieme». 
Di sicurezza, con i sindacati, i dipendenti dell’azienda parleranno domani nel corso di un’assemblea indetta alla Riganti dalle 8 alle 9 del mattino in sala mensa. «Quello che è successo deve far aprire una nuova riflessione sulla prevenzione e cercheremo di discuterne insieme ai lavoratori – ha spiegato Domenico Lumastro della Fiom Cgil -. Nel corso dell’incontro saranno riganti solbiate arno presentate alcune proposte e chiederemo all’azienda un incontro formale. Nella giornata di oggi gli operai si sono fermati, da domani l’impresa ripartirà ma la sicurezza dovrà essere messa al centro del lavoro di ogni giorno».

«Quello di domani – ha aggiunto Salvatore Piro, rappresentante della RSU interna –  vuole essere un momento di riflessione, un po’ per ricordare Gaetano, un po’ per affrontare i problemi di questo posto di lavoro. Lo stesso proprietario è scosso, il clima è pesante». Alla Riganti un’altra morte sul lavoro dalla dinamica simile si era consumata negli anni ’80, mentre di piccoli incidenti e infortuni se ne verificano sovente: lo stesso Gaetano Saraceni aveva subito pochi mesi fa lo schiacciamento di un dito della mano e anche suo fratello si era fatto male: «Tra compagni di reparto erano però molto uniti, seppur con le logiche divergenze interne che ci sono ovunque – chiosa Piro -. Il lavoro faceva da collante, ora restano solo la tristezza e il cordoglio». 
  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Febbraio 2010
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