Io, precario ” di ruolo”, sciopero per una scuola migliore
In piazza, insieme agli altri lavoratori, c'erano anche i docenti, preoccupati per il futuro della scuola, falcidiata dai tagli
La partecipazione non è stata straordinaria: il mondo della scuola, in seria difficoltà, ha reagito con freddezza all’invito della Cgil di dimostrare in piazza il proprio malcontento: «Purtroppo – ha commentato Raimondo Parisi della FLC-Cgil – la situazione economica attuale non permette di perdere ore di lavoro retribuite. Certo, il malcontento è grande. Peccato che non ci sia stata una convergenza con le altre forze sindacali su un tema così importante e caldo».
Professori, presidi e precari si sono astenuti dall’intera giornata di lavoro ( contrariamente agli altri comparti che hanno scioperato per 4 ore) per richiamare l’attenzione sulla progressiva distruzione del sistema pubblico: «Il tentativo in atto è quello di dividere il fronte della scuola per minarne le basi a tutto vantaggio della scuola privata. Non dimentichiamo che con i buoni scuola sono stati distribuiti 50 milioni di euro che avrebbero potuto essere investiti nel sistema pubblico. Invece, oggi ci ritroviamo con una scuola che in seria difficoltà: se non arriveranno i soldi, a settembre sarà il caos, l’avvio dell’anno diventerà difficilissimo».
Sul piatto, oltre alla riforma Gelmini che rivede gli indirizzi scolastici, la distribuzione oraria e il programma di tutti gli istituti, c’è la questione dei precari che rischia di esplodere il prossimo anno quando verranno attuati gli "inserimenti a pettine" delle graduatori locali; senza dimenticare la situazione finanziaria della maggior parte degli istituti ormai sul lastrico ( la notizia della lotteria a premi voluta da un dirigente di una scuola della bergamasca per poter pagare i supplenti spiega l’enorme difficoltà): « Io sono un precario "di ruolo" – afferma ironicamente Raffaele – da due anni sono entrato nel sistema dopo aver fatto la lunga trafila dell’abilitazione. Oggi ho una cattedra spezzata su due plessi e faccio l’insegnante di sostegno. Da settembre, però, chissà…..»
Il clima è decisamente cupo: « Si sta ragionando senza tener minimamente conto della qualità dell’offerta formativa – sottolinea Parisi – è solo una politica dei tagli, che non pensa minimamente alla continuità didattica».
Ad essere penalizzati sono anche i disabili, studenti che stanno subendo sulla propria pelle il maggior carico dei tagli con il 10% in meno dei posti a disposizione: «Se passerà il "modello Aprea", inoltre – prosegue il segretario della FLC Cgil – si passerà alla chiamata diretta degli insegnanti da parte del presid,e con una ulteriore precarizzazione perchè i contratti saranno triennali con il giudizio finale che permetterà di proseguire o meno».
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