Kim e Ron scomodano i paragoni più importanti
Le imprese di Yamamay e Cimberio lanciano un paio di accostamenti da libro di storia, mentre Alessandro Carrozza vola sulla musica di Neil Young
(d. f.) Le scariche di adrenalina dell’ultimo fine settimana sportivo ci hanno fatto passare per la mente alcuni paragoni un po’ azzardati. Ma il pagellone serve anche e soprattutto a quello, e allora ve li proponiamo così come ci sono venuti. A proposito, non lo trovate nei voti, ma aggiungiamo qui i nostri migliori auguri al Varese: un secolo da standing ovation.
Pagellone numero 10 – 22 marzo 2010
Yamamay e Mi Na Kim 10 – Baku, Azerbaigian: il posto più sperduto del mondo è il teatro di una vittoria europea che mancava dagli anni ’90 per la nostra provincia. Allora furono i Mastini di hockey e la Pallavolo Sumirago a sventolare i vessilli varesotti sul tetto d’Europa. E nell’impresa della Yamamay premiamo la palleggiatrice figlia d’arte che ha cambiato volto al match dopo l’infortunio di Fernandinha. Scomodiamo un paragone da leggenda: Kim come Sergio Rizzi, la riserva semisconosciuta che nel ’75 uscì dalla panchina della Grande Ignis e fece miracoli per vincere la Coppa dei Campioni. Allora, la Fernandinha di turno, si chiamava nientemeno che Dino Meneghin.
Alessandro Carrozza 9 – Il voto vale per tutto il Varese, a partire dal suo allenatore Sannino. Ma nella squadra vista ad Alessandria l’ala biancorossa fa vedere cose di un altro pianeta, "arando" la fascia sinistra da tanto che si muove, dribbla, fraseggia, crossa e… realizza, visto che l’1-0 è suo. Il giovane e promettente Pucini si arrende dopo 20′, Carrozza ne dura novanta e sigla il terzo gol nelle ultime quattro partite: un uragano al Moccagatta, di quelli sferzanti che cantava Neil Young.
Ron Slay 8 – Abbiamo scomodato Rizzi e Meneghin, scomodiamo anche Willis Reed. Un nome che a molti dice nulla ma che a New York è sinonimo di leggenda e di Lazzaro, inteso come esempio di resurrezione. Reed, praticamente ingessato a una gamba, si presentò a sorpresa nella gara decisiva delle finali Nba ’70 e fu decisivo per battere i Lakers. Da queste parti gli obiettivi sono molto più spartani, ma quello che ha dato in campo Ron contro Treviso è stato quasi commovente.
Federico Del Grosso 5 – Sul terzino destro della Pro Patria ricade la maggior parte della responsabilità in occasione del secondo gol della Cremonese, che ha fatto sfumare la vittoria dei biancoblu. Il votaccio non è tanto per l’errore in sè – può anche succedere – ma per la mancanza di cuore e grinta che sarebbero serviti per riscattarsi agli occhi dei tifosi subito dopo quel liscio. Invece Cosco ha ha dovuto toglierlo per disperazione. Impari dal compagno di squadra Sarno che di cuore ne ha da vendere e lo ha dimostrato anche questa domenica.
Andrea Sellaroli 4 – Appena arrivato era salito in cima al pagellone, con una vittoria arrivata nonostante un suo ricovero improvviso all’ospedale. Purtroppo però la Von non riesce a uscire dal reparto rianimazione del campionato di A1 femminile e, anzi, è a un passo dallo staccare la spina, senza che il dottor Sellaroli abbia trovato una medicina abbastanza potente. Sia chiaro: la colpa di questa classifica è sua solo in minima parte, ma insistere a criticare sulle ragazze sarebbe come – e chiudiamo il filone dei paragoni – sparare sulla Croce Rossa.
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