Scuola: la Riforma Gelmini “penalizza” i professionali
Si sono chiuse venerdì scorso le iscrizioni al ciclo secondario. In provincia, salgono i licei, tengono i tecnici ma crollano i professionali statali
Leggero aumento per i licei, tenuta dei tecnici, calo dei professionali statali.
La risposta di genitori e alunni davanti alla Riforma Gelmini non ha messo in crisi il sistema dell’istruzione.
I dati delle iscrizioni, che si sono chiuse lo scorso 26 marzo e che le scuole hanno seguito in tempo reale grazie all’anagrafe scolastica regionale, lasciano intendere che la Riforma prevista dal Ministro ha spostato solo poche iscrizioni verso il sistema liceale, che, in provincia, è stato poi influenzato anche dall’offerta delle singole scuole tant’è che il dato presenta differenze territoriali. le richieste per i diversi indirizzi liceali sono state 3525.
Regge il sistema dell’istruzione tecnica che, a parte qualche innovazione, ha mantenuto le sue caratteristiche variando, tutt’al più, il nome. la scelta di uno dei 4 indirizzi (Itis, Itc, Itpa, Itcg) è stata fatta da 2607 ragazzi
Gli unici a essere stati penalizzati sono stati gli istituti professionali statali. La decisione di far confluire l’offerta statale e quella regionale ha, forse, disorientato gli studenti. In base alla riforma, infatti, la certificazione regionale sarà solo regionale, mentre la formazione statale sarà solo quinquennale. Anche le scuole statali potranno rilasciare le certificazioni ma solo seguendo le indicazioni regionali. Proprio quest’ultimo dettaglio deve essere sfuggito ai ragazzi di terza media che hanno scelto in massa la formazione professionale regionale: il professionale quinquennale ha coinvinto 950 ragazzi contro i 1515 della triennale di cui oltre 1200 hanno indicato i CFP. Il problema che si pone, ora, è che l’offerta regionale è limitata dalle doti, gestite in modo contingentato a livello centrale. Una volta analizzate le iscrizioni, quindi, si dovranno valutare le capienze e i posti massimi degli enti di formazione lombardi per effettuare, successivamente, il riorientamento.
Qualche problema di ridistribuzione, poi, ci potrebbero essere anche in altri istituti dove,la normativa che impone una capienza massima in base agli spazi disponibili, potrebbe obbligare singole scuole a rifiutare la richiesta dei singoli.
I dati sono ora al vaglio della Provincia che li sta leggendo per capire gli orientamenti generali ma anche quelli particolari, legati ai territori e alle scuole. Un dato balza subito all’occhio: ben 1350 studenti di altre province hanno scelto le scuole varesine contro i 600 ragazzi del territorio iscritti fuori territorio.
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