Barzin e Emily Plays in concerto al Twiggy

Doppio appuntamento giovedì 29 aprile al locale di Via De Cristoforis dove suonerà l'artista canadese e, a seguire, la band di Sara Poma

Appuntamento al Twiggy giovedì 29 aprile, alle 22. Al locale di Via De Cristoforis si terrà il concerto di Barzi e, a seguire quello degli Emily Plays. Ingresso 7 euro + tessera.

Barzin in concerto al TwiggyBarzin Hosseini-Rad è un artista canadese (di Toronto) di origine iraniana. Inizia ad appassionarsi di musica ai tempi del liceo, suonando la batteria in una band formata insieme ad alcuni compagni di scuola. All’università scopre la chitarra e dà inizio al proprio progetto musicale. L’esordio discografico, omonimo, arriva nel 2003 e subito si parla di lui come di un nuovo Sparklehorse (il progetto del compianto Mark Linkous) e Mark Kozelek (Red House Painters, Sun Kil Moon). Con il secondo album “My Life In Rooms”, il prmo pubblicato dall’inglese Monotreme, Barzin apre lo spazio a collaborazioni e con l’aiuto di Tony Dekker (Great Lake Swimmers) e Suzanne Hancock rende il proprio sound più completo ed emozionante.“Notes To An Absent Lover”, successore dello splendido “My Life In Rooms” e pubblicato dall’etichetta inglese Monotreme nel 2009, ha colori pallidi e sfuggenti, eppure rischia di straziare per manifesta emotività. Una narcolessia pop (ma non tragga in inganno la provenienza canadese, i retaggi vanno ben oltre) di stampo cantautorale, dove il testo è scritto sapendo come e quando dovrà abbandonarsi alla musica. In punta di commozione, si intende, trascurando presunti appigli d’autoralità avant (sommessi – eppure presenti – in alcune prove precedenti) e sfruttando i sussurri dell’Ep “Just More Drugs”, da cui è tratta una “Queen Jane”, in cui è palesato un personale viaggio verso la concretezza. Col volto sempre rivolto verso il basso e regalando solo qualche sussurro, arrangiato da carezze sonore in cui, forse per magia, la delicatezza sa essere graffiante e straordinariamente corporea.
Ed il lasciarsi andare alla caducità più pura (per fare due soli esempi: quella meraviglia di “Soft Summer Girls” e la conclusiva “The Dream Song”) mostra, oltre ad una preziosa sensibilità, la definitiva maturazione di un artista che, oggi, non ha nulla da invidiare a Glen Johnson (Piano Magic) o ad altri amici della penombra. Un immaginario introspettivo, malinconico e sentimentale. Romantico per dolce dolore, si potrebbe scrivere.
In tre album e un EP il cantautore di Toronto è riuscito a reinventare le melodie più languide del country e condensarle in una lentezza calda e avvolgente. Del resto, a lui basta che la sua voce possa essere accompagnata da una tremolante chitarra slide per trasformare un’apparente freddezza in un momento di enorme emozione. La musica senza tempo di Barzin riapre scenari indimenticabili e ispira ricordi conservati gelosamente nello scrigno della memoria più profonda. Su tutti si staglia il fantasma di Nick Drake, che 36 anni esatti dopo la sua morte torna a riscattarsi tra le pieghe (potenzialmente pop) delle gemme cantate dall’artista canadese. Barzin possiede il dono di una scrittura densa, per quanto in apparenza semplice e riesce a rievocare in ogni singola nota la magia, l’introspezione e la malinconia di un romantico senza speranza, un narratore di sentimenti impermeabile alle mode e ai cicli generazionali. A Varese Barzin si presenterà con una formazione di 4 elementi.
In apertura il concerto degli Emily Plays
, band che prende il nome da una canzone dei Pink Floyd, periodo Syd Barrett. Gli Emily Plays nascono nell’autunno del 2002 a Pavia, come progetto di Sara Poma (voce e chitarre) e Luca Nicoli (chitarre). Nel corso di due anni, il duo registra una serie di brani acustici, a bassafedeltà, che vengono poi inclusi nel disco autoprodotto "I Don’t Like YourSense Of Humor (And I Don’t Get You)". Dopo una pausa di quasi un anno, il progetto Emily Plays viene ripreso in mano da Sara, grazie all’incontro con Morning Telefilm, l’alter ego solista di Emanuele Gatti dei New For Lulu. L’incontro porta all’unione dei due rispettivi progetti e a una serie di live come doppia band, insieme a Simone Fratti al contrabbasso, Cristian Chierici ai synth e Davide Impellizzeri degli Ultraviolet Makes Me Sick alla batteria. Nel dicembre del 2007, Sara entra in studio con la produzione di Gianmaria Aprile degli Ultraviolet Makes Me Sick e ne esce con "Shortsighted TreeEP", pubblicato a febbraio 2008 dalla Kirsten Postcards. Nel 2008, tempo per un altro cambiamento: la band si rigenera con una nuova formazione: Sara sempre alla voce e chitarra, Davide ancora alla batteria e i nuovi acquisti Marco Alba al pianoforte e Giacomo Tota alla chitarra Il loro suono mischia pop, elettronica e psichedelia.

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Pubblicato il 27 Aprile 2010
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