Agricoltori soffocati dal (poco) credito
La denuncia è della Coldiretti Varese, in occasione dell'assemblea annuale svoltasi a ville Ponti. La soluzione? aumentare la quota di vendita diretta
La crisi continua a mordere: ora, a denunciare di avere “il fiato corto” sono gli agricoltori della Coldiretti. E’ avvenuto in occasione dell’annuale assemblea dell’associazione, davanti a oltre 100 imprenditori agricoli dei 1200 iscritti riuniti nella sala congressi di Ville Ponti a Varese. «Le richieste si stanno spostando sempre dagli investimenti alle ristrutturazioni del debito» ha spiegato Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, che ha svolto la sua relazione dopo i saluti del sindaco di Varese Attilio Fontana e del presidente della Camera di Commercio Bruno Amoroso.
Una affermazione ampiamente confermata dai numeri, che svelano come tra il 2008 e il 2009 in Lombardia le operazioni a garanzia di interventi gestite da CreditAgri Coldiretti per le situazioni debitore delle aziende sono balzate dal 36 al 44 per cento. Mentre, al contrario, le domande di sostegno agli investimenti si sono dimezzate passando dal 20 al 10 per cento del totale delle erogazioni.
Nel 2009 l’attività di CreditAgri è quasi raddoppiata rispetto al 2008, tanto in termini di pratiche gestite quanto dell’ammontare dei finanziamenti garantiti da agrifidi. Alla fine dell’anno scorso erano quasi mille le posizioni aperte con garanzie fornite per quasi 40 milioni di euro, che hanno sostenuto operazioni agevolate per oltre 110 milioni di euro. Il 5 per cento di questi volumi finanziari riguarda la provincia di Varese.
«È però il sistema bancario a dover gestire in maniera più snella e aperta i flussi finanziari a sostegno dell’economia, senza aumentare sulla pelle delle aziende agricole i margini di guadagno per gli interessi– sostiene Fiori – tanto più che gli istituti di credito hanno anche stretto i cordoni della borsa per i finanziamenti a brevissimo termine, le cosiddette anticipazioni. E’ importante che il credito favorisca le azioni virtuose di quelle aziende agricole che investono sulla filiera corta, come pure di quelle cooperative che puntano alle innovazioni di processo per incrementare il valore aggiunto delle produzioni dei propri conferenti»
Tutti i comparti escono fortemente penalizzati dall’attuale situazione economica: «Mentre i consumi alimentari sono stati sostanzialmente stabili, il settore agricolo ha registrato una drastica riduzione dei prezzi all’origine pagati ai produttori ed un incremento dei costi di produzione, in particolare quelli energetici – ha aggiunto Fiori – e si è ulteriormente allargata la forbice tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo finale. Negli ultimi 5 anni la quota che resta all’azienda agricola del prezzo finale pagato dal consumatore si è ridotta dal 25% al 15%».
Il resto si perde nella cosiddetta filiera, senza peraltro alcun beneficio per i consumatori: da questa considerazione trae origine il progetto di Coldiretti per una Filiera agricola tutta italiana che punta a valorizzare l’origine delle produzione delle nostre aziende. Una proposta costruita intorno allo sviluppo delle vendite dirette e dei mercati dei produttori agricoli (nel 2009 quasi il 10% dei consumi agro-alimentari è passato attraverso questo sistema gestita dagli agricoltori) con un trend di crescita ancora positivo, che sta incontrando il favore dei consumatori che coniugano qualità e tipicità delle produzioni a prezzi convenienti ed adeguati. Attualmente, in provincia di Varese sono oltre 200 le aziende agricole che oggi fanno vendita diretta dei prodotti, sono più di 50 i distributori di latte crudo e più di trenta i produttori che partecipano ai cosiddetti Farmer’s Market.
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