Disegnano cerchi intorno ai tombini per protesta
La curiosa operazione è stata attuata dall'attivista Manuele Mariani con Legambiente e FiabCiclocittà per richiamare l'attenzione sul degrado delle nostre strade
Gli ufo non centrano nulla, eppure qualcosa di strano in città è successo. Nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 maggio sono apparsi dei cerchi colorati intorno a buche, tombini o avvallamenti nelle principali strade del centro varesino. Le prime ipotesi hanno fatto pensare all’arrivo di extraterresti che, annoiati dai campi di grano, hanno iniziato a lasciare segnali sul manto stradale. In realtà si parla di tutt’altro. L’iniziativa infatti è partita da Manuele Mariani, amministratore del blog DegradodiVarese, appoggiato dai ragazzi di Legambiente e FiabCiclocittà, che ha voluto richiamare l’attenzione sullo stato delle nostre strade.
«Vogliamo rendere la città migliore, renderla più vivibile e più sicura- ha spiegato Mariani -. Questa è una dimostrazione di cittadinanza attiva che vuole aiutare il comune ad individuare i piccoli o grandi punti da sistemare sulla strada. Vogliamo che il comune abbia più attenzione al problema e lanciamo la proposta di creare un nucleo di pronto intervento per la manutenzione e l’arredo urbano».
L’idea dei cerchi fluorescenti, che si possono trovare verdi, rossi o gialli, in realtà nasce da Legambiente Roma, associazione che aveva già attuato un’azione di protesta simile. Gli ambientalisti varesini dunque, dopo diverse sollecitazioni e segnalazioni al Comune, hanno deciso di richiamare la loro attenzione in questo modo. Fino ad oggi, la squadra "anti-buche" ha evidenziato i problemi in Viale Borri, in Largo Flaiano, via Morazzone, via Walder, via Campigni e via Piemonte cerchiando circa trenta tombini o facendo dei grossi punti di domanda su buche o situazioni irregolari. E l’operazione a "suon di bombolette" non è finita: «La mappatura della città continua – spiega Mariani – Ci sono ancora tante zone da segnalare. Un esempio sono Via Magenta o viale Ippodromo, strade che dovevano essere sistemate appena dopo i mondiali di ciclismo e non è statao fatto ma anche altre».
Maneule Mariani, attivista convinto, spiega inoltre di curare la città in altri modi: stacca tutte le etichette che i "taggatori" appiccicano ai muri, segnala cartelli stradali irregolari, marciapiedi degradati e tutto ciò che non và. Una pecca all’operazione, a dirla tutta c’è. Le bombolette usate sono inquinanti ma: «in questo caso, il fine giustifica i mezzi. – dice Mariani -. La uso il più vicino possibile al suolo per fare in modo che i gas evaporino poco nell’aria, inoltre sono le stesse bombolette usate dagli operai che effettuano lavori stradali. É anche un esempio di come si possano utilizzare in modo intelligente ed utile le bombolette spray, troppo spesso usate per deturpare muri, arredo urbano e monumenti».
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