Piazzale Kennedy, arriva la “rotomba”

Da alcune settimane fa mostra di sè sulla rotatoria "a fagiolo" un monumento della Fratelli Ferrario, ditta di onoranze funebri: commenti dallo scandalizzato al divertito, e per la ditta è tutta pubblicità

Metti la rotonda con monumento "funebre". Non è proprio così, ma questa è l’interpretazione di chi transita per piazzale Kennedy dal famoso "fagiolo", opus magnum dell’amministrazione Farioli che un anno fa ha infine e faticosamente sciolto uno dei nodi della viabilità cittadina. Per chi arriva, soprattutto dalla direzione di Borsano, e non si sofferma a guardare bene, quella che si para davanti alla vista della rotonda più piccola è una croce. In realtà è un marchio: sono le due f affiancate e speculari della Fratelli Ferrario, la ditta di addobbi e onoranze funebri che sponsorizza l’aiuola. A darle un’aria da luogo di meditazione in cui, in mezzo al traffico dell’ora di punta, si potrebbe partorire un’ode foscoliana degna de "I sepolcri" è probabilmente il materiale usato, analogo a quello che abbonda nei nostri cimiteri. E già viene da pensare a chi potrebbe chiedere di essere sepolto nella "rotomba": un vigile urbano caduto da prode in servizio? Un camionista di lungo corso?

– I commenti

A segnalarci per prima l’insolito elemento decorativo della rotonda era una residente di Borsano, la signora Isabella M. «Insomma» lamentava, «tutte le volte che passiamo di lì, è come se ci ricordassero che prima o poi…» "Ricordati che devi morire", diceva il Savonarola; la risposta di Troisi è consegnata alla storia del cinema italiano.
Al distributore Agip all’angolo, le battute si sprecano. «Ah, non ditelo a noi che ce l’abbiamo davanti sempre» ridono Ivano e Fabrizio tra un pieno e una passata a un parabrezza, «ogni tanto qualcuno in rotonda sbanda, certo che se stacca una mano dal volante…»
«L’ha fatto apposta il Comune, serve per la campagna sulla sicurezza stradale» ironizza con accento siculo un automobilista mentre riavvita il tappo del serbatoio al self-service, «è un avvertimento» conclude. «Il senso è: andate piano, altrimenti….»
«Prima o poi, tocca a tutti» scuote la testa Franco, altro cliente di passaggio. «Certo quello delle pompe funebri sì che è un business sicuro… Per l’ultimo funerale in famiglia non ce la siamo cavata con meno di seimila euro, fra spese varie – e quante ne puoi detrarre? Non più di millecinquecento. Non basta il dolore, anche morire costa».

– La ditta

Per saperne di più contattiamo la società. Ci risponde uno dei soci, Fabrizio Bottigelli. «Mah, non capisco proprio il perchè di questi commenti… Molti ci vedono una croce, in verità è il nostro marchio aziendale con le due f» spiega. «Il monumento non è ancora finito, come si può vedere: stiamo sistemando la fontana che avrà alla base, e l’illuminazione». Lux perpetua luceat eis, Enel, viene da dire.
La Fratelli Ferrario, quanto ad aiuole sponsorizzate, si è data da fare: «Ne curiamo ben sei in città e mi piace notare che sono fra le migliori. Poi, diciamolo, in questa abbiamo anche piantato un ulivo, che è simbolo di vita». Vero, ma dell’albero nessuno si è lamentato: come al solito, la foresta che cresce non fa notizia. «Volevamo qualcosa di significativo a decorare la rotonda, e abbiamo investito anche una sommetta non indifferente: per costruire un monumento così, allacciarlo ai servizi, eccetera, siamo sui diecimila euro». Un investimento in pubblicità, anche se di un tipo che i bustocchi, potendo… «Se la gente smettesse di morire, non avremmo difficoltà a cambiar mestiere… e comunque non ci occupiamo solo di onoranze funebri. La ditta nasce occupandosi di addobbi per tutte i grandi eventi della vita: feste, matrimoni, e ovviamente funerali. Purtroppo quello degli addobbi è un settore che vede un declino». Non così quello dell’estremo saluto, «un servizio da svolgere con tatto, cura e professionalità».

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Pubblicato il 20 Maggio 2010
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