Scuola italiana e ticinese: dal confronto nasce la qualità
Un'intera giornata di studio ha visto confrontarsi attori del sistema formativo ticinese e di quello varesino. Un appuntamento annuale che torna dopo 15 anni di stop
Fare scuola a Varese o nel Canton Ticino. Quali uguaglianze? Quali differenze? Per un’intera giornata, gli attori dei due sistemi di formazione si sono incontrati oggi, lunedì 17 maggio, nella sede della Provincia varesina per riallacciare quel dialogo interrottosi 15 anni fa e che aveva come obiettivo lo scambio di idee e sensazioni.
Istituzioni, docenti, ispettori, direttori e consulenti hanno presentato le diverse esperienze, passibili di contaminazione per preparare modelli educativi al passo dei tempi e dei diversi stimoli in arrivo.
« Per noi – ha spiegato il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Claudio Merletti – il confronto è molto proficuo perchè il Canton Ticino è una realtà dove le decisioni vengono prese a livello locale, dove le esigenze e gli stimoli territoriali diventano importanti. Visto che il sistema scolastico italiano tende sempre più a una valorizzazione del territorio, crediamo sia di fondamentale importanza tornare ad un confronto con i colleghi ticinesi che si è interrotto da una quindicina di anni, dopo aver prodotto numerosi risultati».
Al centro dell’attenzione varesina c’è, indubbiamente, il sistema scolastico ticinese che ha fatto delle tradizioni locali e del radicamente del territorio di lingua italiana i punti di forza: « Noi valutiamo con favore quell’attaccamento alle tradizioni che permette di ancorarsi meglio nell’apertura al mondo – ha spiegato il dottor Merletti – Sono anche fondamentali, però, gli insegnamenti che ci danno nel settore dell’orientamento, della preparazione matematico-scientifica ma anche della gestione autonoma della scuola».
Guardare all’Italia a e alla comunità italiana è, per la scuola ticinese, importante per avere costanti confronti e stimoli: « Mantenere un focus su questa lingua è basilare – spiega il dottor Diego Erba, direttore della Divisione scuola del Canton Ticino – in Svizzera siamo l’unica comunità e l’italiano rischia di rallentare, anche se, in base ai parametri del PISA, i nostri ragazzi sono indubbiamente molto preparati su questo aspetto della propria cultura. Abbiamo, comunque, bisogno di aumentare gli stimoli. La scuola italiana, da parte sua, sta migliorando l’apertura verso il mondo incrementando lo studio delle lingue. Da noi, l’intregrazione è ormai un argomento molto caldo: nelle nostre classi almeno uno studente su 4 è straniero e noi investiamo molto nell’integrazione, perchè la scuola è la porta d’accesso alla società
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