Ungaretti, poesia in versi spezzati per raccontare la guerra
Giovedì 13 maggio, alle 11.00 e alle 21.00, il teatro Sociale di Busto Arsizio ospita una conferenza-spettacolo sul poeta e sulla sua raccolta “L’allegria”. L’appuntamento nella rassegna “Perché tu mi dici: poeta?”
«Incomincio il “Porto sepolto”, dal primo giorno della mia vita in trincea, e quel giorno era il […]Natale del 1915, e io ero sul Carso, sul Monte di San Michele. Ho passato quella notte coricato nel fango, di faccia al nemico che stava più in alto di noi ed era cento volte più armato di noi. Nelle trincee, quasi sempre nelle trincee. […] per un anno si svolsero i combattimenti». Così Giuseppe Ungaretti (1888-1970) ricorda la genesi del suo primo libro di poesie, il “Porto sepolto”, pubblicato nel 1916, in edizione limitata a ottanta copie, presso una tipografia di Udine e rieditato nel 1923 dalla Stamperia Apuana di La Spezia, sempre per interessamento dell’amico Ettore Serra. Le trentatré liriche che compongono questo piccolo volume, così come le sezioni “Naufragi” e “Girovago” della raccolta ”L’allegria” (1919 e 1931), tutte riunite nel volume “Vita di un uomo” (1969), narrano l’esperienza della prima guerra mondiale, vissuta dallo stesso poeta come soldato semplice presso il XIX Battaglione di fanteria.
All’analisi di questo momento dell’esistenza di Giuseppe Ungaretti è dedicato il prossimo appuntamento della rassegna “Perché tu mi dici: poeta?”, promossa dall’associazione culturale “Educarte”, con il patrocinio e con il contributo economico della Fondazione comunitaria del Varesotto. Giovedì 13 maggio, alle 11.00 e alle 21.00, gli attori del teatro Sociale di Busto Arsizio portano, infatti, in scena una conferenza-spettacolo sullo scrittore di Alessandria d’Egitto, dal titolo «Lasciatemi così/come una/cosa/posata/in un/angolo e dimenticata…». Sul palco saliranno Gerry Franceschini, Mario Piciollo e Anita Romano, sotto la regia e con la guida storica di Delia Cajelli. Il matinée, riservato agli studenti dell’Ipc “Pietro Verri”, si terrà nella “sala grande”; la serale sarà allestita, invece, presso gli spazi del ridotto “Luigi Pirandello”.
Scritti su «cartoline in franchigia, margini di vecchi giornali, spazi bianchi di care lettere ricevute», questi versi ungarettiani dal fronte, sempre corredati da una data e dall’indicazione di un luogo, hanno il sapore delle pagine di un diario intimo. Sono il racconto della vita di un uomo solo, in mezzo a tanti uomini soli, costretto a vivere, giorno e notte, a contatto con l’odio e la violenza, a sperimentare l’esperienza della caducità della vita umana e della riduzione di ogni spazio della propria esistenza a macerie, a «brandello di muro».
Da un punto stilistico, il verso è frammentato, il linguaggio scarno, la parola sillabata e carica di «un’intensità straordinaria di significato», la punteggiatura quasi inesistente, così da esprimere la condizione di fragilità e di inquietudine esistenziale che la guerra porta sempre con sé. Un’inquietudine che Giuseppe Ungaretti espresse magistralmente nella poesia «Soldati» del 1918: «Si sta/come d’autunno/sugli alberi/le foglie».
«Durante l’appuntamento – spiega Delia Cajelli- verrà raccontata l’esperienza della prima guerra mondiale anche attraverso le parole di altri scrittori, a cominciare da Erich Maria Remarque, con il suo “Niente di nuovo sul fronte occidentale”».
Il costo del biglietto è di euro 8,00 per l’intero ed euro 6,00 per il ridotto, riservato a giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, soci Tci (previa presentazione della tessera nominale), Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone. Per informazioni è possibile contattare la segreteria del teatro Sociale di Busto Arsizio allo 0331.679000 o consultare il sito internet www.teatrosociale.it.
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