Delitto Sporchia, processo con rito abbreviato
A giudizio in autunno i tre accusati per l'uccisione di Giuseppe Sporchia e il tentato omicidio della moglie, Bambina Berra, nella villetta di via Novara a Borsano
Sarà come previsto un processo con ritro abbreviato quello a carico di Daniela Craici, Christian Palatella e Luca Modena, accusati dell’omicidio di Giuseppe Sporchia e del tentato omicidio della moglie, Bambina Berra. Lo ha disposto il gup Alessandro Chionna al termine dell’udienza preliminare. Il prossimo 28 ottobre è prevista la discussione con pubblico ministero e parti civili, l’11 novembre saranno le difese (avvocati Roberto Donetti per Craici e Palatella, Francesca Cramis per Modena) a cercare di portare gli elementi a discarico degli imputati.
Il dramma si consumò in una villetta di via Novara a Borsano (foto) la sera del 27 settembre scorso, al culmine di una situazione familiare fattasi tesa per le cattive relazioni fra i due suoceri, vittime del massacro, e la nuora, la Craici, nonchè il suo figlio di primo letto, Christian, che di recente aveva creato problemi anche per guai con la giustizia. Con l’ombra di una possibile separazione, e i suoceri visti come l’ostacolo principale, scattò l’aggressione: e sarebbe stata proprio la Craici a passare al figlio l’ascia con cui finire il nonno acquisito, dopo averlo aggredito a bastonate con la complicità dell’amico Modena. La suocera si salvò invece perchè creduta morta, ma riuscì a chiamare, ad avvertire di quanto era successo e di chi era stato, e molto lentamente a riprendersi dalle gravissime ferite riportate. Nel giro di poche ore, i carabinieri avevano risolto il caso e arrestato gli accusati.
Il delitto scosse la comunità di Borsano per la sua ferocia, pur colpendo persone che solo da poco vi si erano trasferite, originarie com’erano della zona dell’Alto Milanese-magentino (Cuggiono, Turbigo). E proprio a Turbigo, in un’impressionante manifestazione di stima e di affetto, si svolsero poi i funerali di Sporchia, salutato, con tanto di assessore regionale, da centinaia di "colleghi" in divisa di quella Protezione Civile di cui era stato fra i precursori e fra i coordinatori più apprezzati a livello regionale.
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