“La manovra è un attacco alla nostra sopravvivenza”
Confartigianato boccia la manovra del governo perché “attacca” le detrazioni del 55% valide anche per il risparmio energetico
Secondo Confartigianato, la manovra finanziaria del Governo è un attacco diretto alla sopravvivenza delle Mpi (micro e piccole imprese), a partire dalle imprese del settore edile, colpite duramente dalla crisi economica ed ora «completamente abbandonate dalla politica del Governo ed estromesse dai piani di programmazione e di rilancio del consumo. Anche le amministrazioni locali non aiutano, perché bandi su misura per le MPI non ne vengono emessi».
Il primo esempio portato dall’Associazione Artigiani riguarda le detrazioni per le spese sostenute nel corso dell’anno 2010. «La manovra anticrisi colpisce duro la green-economy – dichiara Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato – perché per il 2011 elimina le detrazioni del 55% valide anche per il risparmio energetico».
Il secondo esempio riguarda invece il 36% per ristrutturazioni agevolabili, su cui la manovra di Tremonti impone una ritenuta del 10% sui bonifici. Le banche e le Poste italiane dovranno operare la ritenuta a titolo di acconto dell’imposta sul reddito sui bonifici effettuati da chi sostiene una spesa per la quale è possibile fruire della deduzione dal reddito complessivo o della detrazione dall’imposta, quali spese per gli interventi di ristrutturazione edilizia e per le opere di riqualificazione energetica degli edifici.
«Si tratta di una doppia tassazione sull’impresa – incalza Giovanni Chilese, referente del settore costruzioni di Confartigianato e promotore di progetti legati all’edilizia ecosostenibile – perché nel bonifico è inclusa anche l’iva che l’imprenditore dovrà versare. Ricordiamo, poi, che le aziende che lavorano nei condomini sono già colpite da una ritenuta del 4%, e se la matematica non è un’opinione con il 10 si sale al 14%».
Il terzo esempio, riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti con particolare attenzione ai RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche). In Italia circa 3.000 comuni sono dotati di centri di raccolta attrezzati (la regione che detiene il primato è la Lombardia con 594 pubbliche amministrazioni registrate e 619 centri) ma non bastano. Chi si trova in un Comune “non dotato” di sistema di raccolta all’avanguardia non può accumulare rifiuti ad oltranza e non può permettersi trasferte di chilometri per raggiungere il centro più vicino. «Le misure inserite in manovra affossano una politica economica che in questi ultimi due anni ha dato lavoro a falegnami, bruciatoristi, elettricisti, imprese edili di ristrutturazione civile. Con questa decisione – sottolineano Maurizio Scotti, referente di Confartigianato Varese per il settore Impianti e capogruppo Elettricisti, e Mario Bigatton, referente per il settore Legn – si rischia di dimezzare il fatturato delle Mpi».
Confartigianato Imprese Varese ha le idee chiare sul da farsi e propone che il 55% debba essere reintrodotto con una previsione almeno quinquennale, in modo stabile e modulato, ad esempio, in base al rendimento degli impianti. La scelta del Governo non è in linea con l’Unione Europea: bloccherebbe la riqualificazione energetica del nostro patrimonio immobiliare e graverebbe sul bilancio di dispersione termica che entro il 2020 prevede case ad emissioni zero.
«La ritenuta del 10% non si può considerare strategica nella lotta all’evasione – spiega Merletti – Per ottenere le agevolazioni fiscali il cliente riporta nel bonifico la partita Iva dell’impresa che segue i lavori, quindi l’Agenzia delle Entrate può ottenere da quello tutte le informazioni utili per risalire al potenziale evasore. Occorre anche un confronto diretto con i comuni della provincia di Varese per costruire insieme un percorso di raccoglimento e gestione dei rifiuti per potenziare il servizio a favore delle imprese del territorio. Le piazzole di raccolta rifiuti devono sposare la semplificazione: miglioramento del servizio; diminuzione delle spese. Inoltre: snellire le procedure burocratiche ed accorpare gli obblighi ad un unico soggetto, penalizzare coloro che presentano progetti unicamente per ottenere gli incentivi per poi cedere ad altre imprese la loro realizzazione, ottenere l’esenzione Ici per gli stabili forniti di impianti a fonti rinnovabili, procedere ad agevolazioni finanziarie per le imprese che adeguono i loro impianti energivori, eliminare i bandi e i contributi a pioggia, premiare la qualità degli interventi effettuati. Di pari passo: procedere ad un controllo a campione della formazione, della relativa certificazione degli installatori e della regolamentazione della manutenzione e rendere uguali sul territorio nazionale i sistemi di certificazione energetica. Infine, promuovere gare di appalto per la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico preferendo le aziende del territorio in grado di dimostrare i requisiti tecnici per gli interventi , nonché la gestione e la manutenzione nel tempo, e concedere agevolazioni ai Comuni che adottano piani d’azione per l’energia sostenibile».
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