“Non ci sono soldi per coltivare giovani menti”

All'Isis Stein, questioni di bilancio impongono la chiusura di una classe del PNI. I tredici studenti che da due anni studiano più matematica e fisica torneranno al programma normale

Qualche settimana fa sono stata all’assemblea API Varese. Tra i vari argomenti trattati, l’importanza della formazione per i giovani e anche quella della valorizzazione delle capacità di ogni singolo, quali risorse sulle quali investire, per il futuro delle nostre aziende. A trattare questi temi, relatori del mondo della scuola, come il dr. Claudio Merletti, Dirigente Scolastico Provinciale ed il prof. Claudio Bonvecchio, Presidente Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università dell’Insubria.
Questa la teoria, perché la realtà è ben altra cosa.
Mio figlio è iscritto al Liceo Scientifico, corso PNI, di Gavirate, un corso sperimentale che prevede un impegnativo programma di matematica e fisica rispetto a un corso ordinario.
Con le nuove regole e ed i nuovi tagli il risultato è che 13 ragazzi non avrebbero più diritto a continuare il percorso formativo che hanno scelto.
La soluzione potrebbe essere una classe articolata, ossia una classe dove due gruppi di ragazzi seguono le materie in comune e si dividono per matematica e fisica; ma per uno strano cavillo non si può.
Questi studenti si ritroveranno, quindi, in terza e in quarta, a rifare argomenti già fatti, annoiandosi, in quanto dovranno aspettare che il nuovo gruppo di compagni, a digiuno totale in fisica e con nozioni più limitate e diverse in matematica, si avvicini ai loro livelli. Con il rischio di demotivarli per sempre!
Hanno cercato di difendere le loro idee in un incontro con il Preside ed i genitori, spiegando al Dirigente quanto ci tengano a mantenere questo corso! E come ponevano, con maturità e responsabilità, argomentazioni alle quale neanche il Preside era in grado di rispondere!
 
Come possiamo deludere dei ragazzi così? Che immagine educativa daremmo loro? Che nella vita non serve aver voglia di fare di più, ma, anzi, meglio aver voglia di fare di meno?
Ci potrebbe essere un’altra soluzione: una classe articolata non ufficiale ma ufficiosa, presentata come progetto della scuola.
Il problema sono ….. le disponibilità economiche, per pagare le 8 ore in più di lezione necessarie ogni settimana.
E immagino che ci siano altre situazioni simili in altri Istituti.
Ma allora, dove fanno a finire le belle parole ascoltate all’assemblea API Varese?
Ho un altro figlio più grande, intelligente, ma che non aveva alcuna voglia di applicarsi. La scuola garantiva corsi su corsi di recupero. Possibile che si spendano tanti soldi per ragazzi che, a volte non ne vogliono sapere di studiare e non si investa un centesimo su quelli che, invece, potrebbero rappresentare una risorsa futura per tutto il territorio?
Qualcuno conosce il Ministro Gelmini o ha la possibilità di contattarla affinchè spieghi a questi 13 adolescenti perché non si tenga conto delle loro abilità individuali?
Noi adulti, siamo sempre pronti a lamentarci della nuova generazione.
Questi sono ragazzi che la natura ha dotato di una predisposizione alla logica e all’intuizione matematica e sarebbe una follia non aiutarli a coltivarla.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Luglio 2010
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