Urbanistica e PGT, il centrosinistra cerca di comporre il puzzle

Spunti comuni e osservazioni su temi vari, dai trasporti al lavoro, dalla difesa delle aree libere al territorio, nella serata di discussione e confronto al Quadrifoglio di Borsano

Con il rientro dalle ferie, al Quadrifoglio di via Lodi a Borsano, dove domenica sarà dato il via alla festa di Sinistra Ecologia Libertà, si è tornati mercoledì sera a parlare di urbanistica con una sorta di piccoli "stati generali" tematici del centrosinistra, presenti professionisti di settore ed esponenti di partito, in uno schieramento ampio che andava dalla Federazione della Sinistra al PD, presenti anche i consiglieri comunali Grandi, Ruggiero e Marta Tosi.
Il tema della serata era quello di cominciare a trovare punti comuni per affrontare in consiglio comunale la questione del Piano di Governo del Territorio, di cui nel luglio scorso si sono esposte al pubblico le premesse (la scadenza per la sua approvaizone è slittata a marzo 2011, ma c’è da giurare che potrà essere rimandata ancora). Alcuni punti comuni che tendono a trovare apprezzamento da più parti sono quelli di minimizzare il consumo di suolo ancora libero, esigenza ormai imprescindibile, e di recuperare una buona volta le aree dismesse, come quelle del centro (San Michele) e delle (ex) ferrovie Nord. Su questo punto l’arch. Luigi Ciapparella, che collabora sul tema ambientale con Manifattura Cittadina e fu già protagonista dei passati sviluppi pianificatori cittadini, si è già esposto denunciando il rischio di una cementificazione alla cieca, e sosteneva con passione la centralità di queste aree in ogni idea futura della città. E ancora: si è fatto presente (con Gilberto Squizzato per SEL) quanto sia vano ragionare nei puri termini degli attuali confini comunali, con strutture amministrative ormai inadeguate alla realtà di una «città Malpensa», se così la si vuole chiamare, che ingloba Busto, Gallarate, la Valle Olona in una realtà urbanizzata unica, di dimensioni non inferiori a quelle di Brescia. Con discrepanze stridenti per cui per un giovane cresciuto a Internet e auto la città è un punto fisico; ma al contrario vanno difesi gli spazi della vivibilità nel piccolo, a partire dai servizi rionali, dai negozi di vicinato, dal verde pubblico ogni pochi isolati, per tutelare la città dei bambini e degli anziani, i cui ritmi di vita e necessità sono differenti.
Decidere per il futuro, in questa chiave, vuole anche dire decidere se Busto Arsizio vuole sopravvivere come realtà autonoma. Sono stati fatti nell’incontro, da tecnici ed architetti, molti esempi di città lombarde ed estere che hanno avuto pianificazioni interessanti e mostrano una loro dimensione e vivibilità: ma a differenza di Busto, tutte avevano una centralità storica, determinata nei secoli. Qui la centralità è tutta da inventare, pena diventare un mero dormitorio per pendolari della Grande Milano, con tutte le conseguenze del caso.
Si è rilevata la trasformazione di una Busto sorta intorno alle fabbriche dei sciur di un tempo, nell’era ormai defunta della rivoluzione industriale che tanto ha dato alla città, e disgregata dalla morte di quel modello: con Cerardi (FdS) a raccomandare di non trascurare il lato socio-economico della riflessione sui futuri sviluppi pianificatori, dal fronte del lavoro a quello dei grandi poli di scambio come Malpensa o la nuova Fiera milanese. E Grandi (PD) a sollevare la questione del consenso dei residenti dei rioni a fronte di ogni proposta di intervento, per non calare dall’alto soluzioni sgradite. Nè si è dimenticato di citare, nella discussione dei problemi da affrontare, quello dei trasporti, della logistica, e degli scenari futuri, a medio-lungo termine, dei medesimi, di non facile interpretazione.
Molta carne al fuoco, insomma, che rende difficile darne una sintesi completa: ma tutte queste riflessioni dovranno sortire comunque degli spunti utili per il confronto consiliare sul PGT, che dovrebbe vedere già nelle prossime settimane la convocazione di riunioni di commissione.

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Pubblicato il 09 Settembre 2010
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