Diga del Panperduto, entro fine anno al via i lavori

Dureranno fino al 2014 gli interventi che, oltre alla messa in sicurezza della elegante struttura di fine Ottocento, permetteranno la navigabilità e l'ospitalità turistica presso la presa dei canali Villoresi e Industriale

Un grande progetto di recupero per l’antica diga del Panperduto, capolavoro dell’ingegneria idraulica ottocentesca, sorta tra 1882 e 1884, all’alba della grande espansione industriale ed agricola lombarda. E’ quello presentato oggi al Castello Visconti di Somma Lombardo, Comune sul cui territorio è ospitato lo sbarramento. Il manufatto necessita urgentemente di interventi importanti, dopo quelli “’d’emergenza” compiuti l’anno scorso a fronte di alcuni cedimenti. Si calcola in 21,6 milioni di euro il costo complessivo dei lavori che in vari lotti, da quest’anno fino al 2014, risistemeranno la diga, anzi le dighe. Un sistema idraulico che prende dal Ticino le acque del canale Villoresi, fondamentale asse irriguo dell’alta pianura lombarda, e quelle del canale industriale, a sua volta “motore” di alcuni dei primi sviluppi tecnologici locali (centrale di Vizzola).
Al termine dei lavori, nel 2014, si avrà un consolidamento generale delle strutture, una visitabilità garantita, in barca come a piedi o in bicicletta, con spazi di posteggio auto non lontano; un ostello con centro servizi e 20 posti letto nell’attuale "casello idraulico", che conserverà comunque la sua funzione, per un turismo che non sarà solo quello scolastico,. Sarà garantita la navigabilità con interventi sulle tre “conche” del sistema che regolano i passaggi di livello; a rendere navigabile il passaggio dalla sovrastante diga sul Ticino di Porto della Torre dovrà provvedere la Regione Piemonte, mentre la Lombardia ha già fatto lo stesso, ulteriormente a monte, sullo sbarramento della Miorina. Interventi sono previsti anche sul piano ambientale, con la cosiddetta "scala dei pesci" per favorire il regolare movimento della fauna – uno degli elementi di impatto ambientale delle dighe è dato proprio dall’effetto sull’ecosistema. Il bacino del Panperduto diverrà poi elemento chiave del Museo delle Acque Italo-Svizzere: i suoi due chilometri circa saranno percorribili con una nave storica, e valorizzati da un percorso didattico, via acqua e via terra. Un vecchio edificio al centro del bacino diverrà sede del Museo. Da sottolineare anche il progetto di una piccola centrale idroelettrica che sfrutterà il pur limitato salto d’acqua dello sbarramento, comunque in piena compatibilità con il passaggio della fauna ittica.

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L’investimento, siglato il 13 ottobre in Regione, è come detto di 21,6 milioni di euro, così ripartiti: 10 milioni e 550 mila euro (3 da Regione Lombardia, 1 milione e 550 mila euro da Navigli Lombardi e 6 milioni da Enel Green Power) per la messa in sicurezza delle dighe e le opere collegate (compresa l’area delle conche di navigazione), 6 milioni per il ripristino della navigabilità primaria connessa alle dighe lungo la via d’acqua Locarno-Milano-Venezia, 3 milioni e 550 mila euro per il recupero delle strutture architettoniche e la valorizzazione ambientale e 1 milione e 500 mila euro per gli interventi di riqualificazione legati alla fauna ittica. Nelle iniziative sono coinvolti Parco del Ticino, Provincia di Varese, Comune di Somma Lombardo, e parte del finanziamento proviene dal Ministero delle Politiche Agricole. Nella cifra dell’investimento non era ancora incluso il restauro architettonico dell’opera di presa principale, di indiscutibile pregio estetico: si spera, come riferiva il direttore generale del consorzio Est Ticino Villoresi, Maurizio Galli, di recuperare i fondi dai ribassi d’asta sugli interventi.
Il 29 ottobre si pubblica il bando per il primo loto, l’intervento più urgente su uno "sfioratore", oggi stesos parte le pre-conferenza dei servizi fra gli enti coinvolti per il secondo lotto.
Come ricordava poi il presidente del consorzio Alessandro Folli, gli interventi in programma aiuteranno a concretizzare il progetto dell’idrovia Locarno-Venezia, proseguendo sul Naviglio Grande che di fatto continua il canale Industriale. Già nel 2014 si potrebbe ipotizzare ad esempio un anello navigabile fino a Vizzola Ticino e ritorno; "e con pochi interventi ulteriori la navigabilità del Villoresi sarebbe assicurata fino ad Arconate". L’obiettivo è collegare Milano tramite "mobilità dolce", per via d’acqua, in tempo per Expo 2015.

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Pubblicato il 27 Ottobre 2010
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