Plebani: “Mai promessi soldi ai Tesoro”
Dopo l'attacco del patron dei Tigrotti agli imprenditori bustocchi dalle colonne di un quotidiano locale, ecco la risposta di Andrea Plebani che smentisce l'impegno per 250 mila euro: «Non ci conosciamo nemmeno»
Il divorzio tra i Tesoro e la Pro Patria è meno facile del previsto ed ecco che il marito (Savino Tesoro), se la prende con la moglie (la città di Busto e i suoi imprenditori) per gli alimenti. Dopo il nulla di fatto del consiglio di amministrazione di ieri, nel quale è stato solo approvato il bilancio, il patron in cerca di una via d’uscita cita come "traditori", sul quotidiano "La Provincia di Varese", alcuni imprenditori bustocchi e in particolare fa riferimento al lonatese Andrea Plebani, già noto alle cronache calcistiche per aver fatto parte della cordata di imprendiroti del territorio che si erano detti disponibili ad acquistare la Pro Patria dopo l’era Zoppo, tentativo che andò in fumo.
Da allora Andrea Plebani e altri componenti di quel gruppo di imprenditori non si è più interessato all’acquisto della società, acquistata poi dalla famiglia Tesoro: «Non li ho mai conosciuti di persona – racconta Andrea Plebani – per questo mi sono stupito quando ho visto il mio nome sul giornale con accanto anche la cifra che avrei promesso (250 mila euro, ndr) agli attuali proprietari. Smentisco categoricamente questa ipotesi e ribadisco di non aver mai avuto il piacere di conoscere questi signori». Secondo i Tesoro questa promessa non sarebbe stata mantenuta ed anche per questo motivo la società è stata messa in vendita a parametro zero.
«Premesso che qualcosa per la Pro l’ho fatta e soprattutto senza nessun tornaconto personale credo che prima di promettere una tale cifra a qualcuno ci parlerei di persona, cercherei di capire a chi sto dando dei soldi – continua Plebani – in tanti mi hanno proposto di favorire un incontro con i Tesoro per farmi entrare con una quota societaria ma dopo il famoso tentativo dell’era post-Zoppo ho deciso di farmi da parte. Non riesco nemmeno più a venire allo stadio, quella partita con il Padova non mi è andata mai giù (i play-off per andare in serie B persi dalla Pro, ndr). Ai Tesoro dico che i proprietari del 95% delle quote sono loro, fino a prova contraria, e che non si gestisce una società sperando che qualcuno arrivi a togliere le castegne dal fuoco nel momento peggiore». Ad ognuno le proprie responsabilità, conclude Plebani.
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