Paura del voodoo, ragazza testimonia nascosta
La pratica magica è una delle armi più potenti che le mafie nigeriane usano per costringere le donne a prostituirsi
Testimonianza protetta, questa mattina, davanti al tribunale collegiale di Varese, di una ragazza nigeriana di 22 anni, che una connazionale voleva costringere a prostituirsi. La giovane era molto spaventata perché, a sua detta, l’imputata, a sua volta nigeriana, avrebbe potuto fare del male, a lei o ai suoi familiari, con dei riti voodoo. La ragazza era terrorizzata, soprattutto perché avrebbe dovuto deporre alla vista dell’imputata, rinchiusa a pochi metri in una gabbia.
Per risolvere la situazione le hanno portato un paravento utilizzato durante le audizioni protette, ma la testimone non voleva farsi ascoltare perché anche far sentire la propria voce esporrebbe ai riti magici. Per questo motivo, è stata chiamata un’interprete che ha interloquito, sottovoce, con la ragazza e che ha riferito tutto ai magistrati.
La testimone dice di essere stata minacciata dalla connazionale affinché si prostituisse e c’è da rilevare che tra le pratiche intimidatorie, soprattutto tra nigeriani, il vudù non è affatto una novità. Le “maman” dedite allo sfruttamento della prostituzione tengono spesso le vittime in soggezione con una presunta capacità di fare del male con riti esoterici le proprie vittime.
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