Prima tappa: In viaggio verso Santiago

La prima parte del resoconto del Cammino sacro realizzato da Fabio Castano. In programma altri due articoli nei prossimi giorni

Tutto quello che sto per scrivere è il condensato di emozioni forti, di sofferenza fisica, di gioia, di sensazioni che il Cammino di Santiago mi ha donato. È un’esperienza così intima e personale che scriverne ora, a pochi giorni di distanza, non è semplice. Porto ancora i segni del dolore sul corpo, e emozioni concentrate nell’anima che con il tempo certamente prenderanno forma e significato.
Scrivo per incoraggiare chi avesse già pensato di farlo a incominciarlo davvero. Scrivo anche per dire che il Cammino di Santiago può essere il cammino di tutti i giorni, da casa al lavoro, da casa a scuola, quando andate a trovare un amico o la fidanzata. Il Cammino di Santiago, a ben pensarci, è un’ottima metafora della vita.
 
Così ci sei, stai per cominciarlo davvero. Ti sei svegliato all’alba e hai mosso i primi passi che ora sono agili e veloci. Sei nella cittadina di Sarria, sul Cammino francese. Guardi la pietra sulla tua destra con la scritta in rosso che indica la distanza da Santiago de Compostela: 115 km. Quanti passi dovrai fare per arrivarci? Quante volte le tue articolazioni dovranno ripetere lo stesso movimento per vedere la cattedrale di Santiago? Sono domande che risuonano nella tua mente in sottofondo mentre avanzi su questa prima parte di tracciato pianeggiante.
Ti accorgerai presto che il Cammino è una situazione fluida in cui si stringe amicizia facilmente e subito dopo si ha bisogno di stare soli. È come una treccia di storie che si sviluppa lungo quel percorso infinito e lento. Il tuo Cammino è una parte del tutto, è una delle migliaia di storie in movimento che ti viaggiano a fianco, che ti stanno dietro, che ti precedono. E di storie se ne sfiorano di nuove continuamente.
 
Come quella dell’uomo che avanza con me ora, impugna leggero il suo bastone di legno con la punta in ferro, e cammina senza fare la minima fatica. Con lui hai avuto un’intesa magnetica, fin dal primo istante in cui vi siete messi a fianco. Ha l’età di tuo padre, camminate e parlare senza sosta. Vi cibate della creatività che vi state scambiando. Ti racconta della sua vita difficile, di quando perse la moglie giovane. Di come tredici anni prima avesse già tentano di domare il Cammino ma si fosse dovuto arrendere a 90 km dall’arrivo per un problema serio al ginocchio. E ora, a distanza di tutto quel tempo, vuole completarlo, vuole finirlo. Vuole arrivare.
Passi la pietra tutta colorata che indica i 100 km all’arrivo. A metà del tracciato ti fermi in un locale a ricaricare le energie mangiando qualcosa di molto zuccherato. Qui ti mettono il primo timbro sulla Credencial del Peregrino, la carta di identità dei pellegrini che ti aprirà le porte di un ostello economico nel prossimo villaggio.
 
Dopo 15, 18 km le gambe iniziano a girare da sole. A circa metà percorso i dolori si fanno sentire. Ma poi si arriva ad un punto in cui tutto sparisce. Nulla fa più male. Camminare diventa come un gesto ipnotico che ti allontana per un po’ dagli infortuni, fino a quando ti fermerai.
Dopo sei ore di cammino continuativo giungi in una strada che svolta a destra su un ponte altissimo. La vista è strabiliante. Così come la bellezza del piccolo borgo galiziano Portomarin. Vai a prendere posto nell’ostello, ti mettono un altro timbro. Togli lo zaino che ti ha intorpidito le spalle e ti abbandoni sul letto. Prendi coscienza che il tuo corpo sta già cambiando. Ti sta nascendo una fiacca, i muscoli fanno tutti male e le piante dei piedi non le senti più. C’è un detto che gira tra i pellegrini. Dice: “Senza dolore non c’è gloria”. Ora capisci perché.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 26 Novembre 2010
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.