Tornano i truffatori dello specchietto

Prima colpiscono lo specchietto della persona da truffare e poi gli si affiancano per chiedere il risarcimento dei danni. Un lettore ci racconta quanto accaduto a sua madre, per la seconda volta in due anni

Il nostro lettore Paride Dell’Aquila torna a porre l’accento sulla truffa degli specchietti, diffusa in tutta la nostra provincia e della quale abbiamo parlato più volte. Singolare il suo caso in quanto nel giro di un paio d’anni due suoi parenti sono incappati in questi individui che prima colpiscono lo specchietto dell’auto con un sasso e poi si affiancano per chiedere il risarcimento dei danni. Questi truffatori si stanno aggirando, in questi giorni, nella zona tra Busto Arsizio e Legnano.

Buongiorno,

sento la necessità di denunciare ulteriormente, la presenza sulle nostre strade di persone vigliacche, che hanno scelto per mestiere di truffare persone in auto. Mi riferisco agli episodi in cui vengono lanciati dei sassi verso gli specchietti di ignari anziani o donne. A questo, segue repentino affiancamento per chiedere il risarcimento di uno specchietto, anticipatamente rotto ad arte. Il tutto senza voler ricorrere alle assicurazioni -la dinamica a grandi linee, è questa-. I media ne hanno parlato già in passato, ma il fatto che in un paio di anni la truffa fosse stata recitata agli occhi di mio nonno a Busto Arsizio, e domenica scorsa a quelli di mia madre a Legnano, mi fa concludere che bisogna insistere nel denunciare una trappola in cui non è così raro cadere. Anni fa "Strisca la Notizia" raccomandava di chiamare subito i Carabinieri. Be’, come le arti nobili, anche quelle venefiche necessitano di un lesto ingegno per sopravvivere. A mia madre infatti, i furbacchioni hanno intimato che avrebbero chiamato loro le forze dell’ordine per risolvere la cosa, nel caso lei non avesse ammesso la prorpia responsabilità – ho scoperto poi informandomi a riguardo, che un loro complice si sarebbe presentato vestito da gendarme, da quel momento, fino al carnevale successivo – Fortunatamente mia madre, a cui consiglio di andare in giro con specchietti danneggati e sassolini per arrotondare la pensione, ha teso un controtranello ai simpatici attori. Invitati a casa a prendere tè e banconote, ha fatto trovare loro, mio padre sul ciglio della porta. Finale: uscita di scena del capocomico e relativa complice. Quello che più mi inquieta di questa storia è lo sgretolamento del senso di solidarietà, il rischio che s’insinui dietro un gesto di civismo, la sensazione di sentirsi raggirati da un altro cittadino al quale un giorno noi potremmo chiedere di fermarsi, magari per bisogno d’aiuto. Ritengo l’anello debole di questi disonesti, il loro stazionare, in una sorta di tournée, in un areale per qualche settimana. Se noi saremo veloci e capillari, nel mettere in guardia più persone possibili tramite i mezzi d’informazione, avremo fatto cosa utile. Magari le forze dell’ordine possono informarci, tramite varesenews, su alcuni accorginmenti volti a non far scivolare altri in queste frodi. Grazie per l’attenzione. Saluti Paride

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Pubblicato il 25 Novembre 2010
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