26per1, la Casa del Popolo non va svenduta
L'associazione si unisce al coro di architetti e personaggi bustocchi che si sono schierati contro il suo abbattimento per farci l'ennesima palazzina: «Restauriamo la spazio secondo il progetto di Torresan»
L’Associazione 26per1 unisce la propria firma, come gesto di protesta, a quelle di Liberto Losa,
Antonio Tosi, Vittorio Celiento, Dario Baragiola, Ettore Ceriani, Gilberto Squizzato, Cetti Fava, Marisa Ferrario Denna, Vittorio Parasole e Carlo Magni in merito all’autorizzazione da parte del Comune di abbattere la struttura di Via dei Mille un tempo nota come Casa del Popolo, in favore di un progetto privato di edilizia residenziale: palazzine. Un triste epilogo a una storia di smantellamento sociale e culturale iniziato, non a caso, nel 1922 per mano fascista.
Sacrificare una struttura di questo genere, con il suo peculiare valore culturale e sociale così intimamente legato al tessuto storico della città di Busto Arsizio, ci sembra un gesto arrogante e del tutto irrispettoso nei confronti dei Bustocchi, e siamo certi che molti preferirebbero rivedere la Casa del Popolo ritornare alla comunità in maniera rinnovata, ristrutturata e nuovamente utilizzabile. Evidentemente i paladini della tradizione e della salvaguardia del territorio che popolano Agesp e Giunta Comunale preferiscono incrementare il già assurdo numero di appartamenti sfitti della nostra città, agevolando la costruzione dell’ennesima palazzina in cemento armato, arricchendo privati anziché la comunità dei cittadini. Un gesto semplice e di grande valore per questa città sarebbe impegnarsi nella riqualifica di un importante spazio pubblico (ex-pubblico, ormai) e restituirlo alla città.
Queste persone non sembrano nemmeno interessate a offrire nuove (o rinnovate) opportunità ai propri cittadini. Non si degnano neanche di rispondere a chi cerca di intavolare un dialogo sull’utilizzo di tali
spazi, come fece la nostra Associazione con Agesp nell’Ottobre 2008 chiedendo l’utilizzo del Teatro del Popolo posto all’interno del complesso. Richieste come la nostra non sono rare o isolate, né
tantomeno irragionevoli e pretenziose: molti cittadini avanzano proposte concrete, ponderate e sono disposti a lavorare sodo per la città, assumendosi anche parte degli oneri di ristrutturazione pur di
vedere crescere la qualità della vita bustocca. E’ bene che i cittadini di Busto sappiano che la Casa del Popolo, il Teatro del Popolo e tutti gli altri ampi spazi del complesso di Via dei Mille non sono più del Popolo.
Ed è anche bene che si sappia che è prassi comune per enti ed amministratori deputati alla gestione
tecnica degli immobili comunali (quindi pubblici, quindi di tutti) agire spesso in maniera autonoma e fuori da qualsiasi logica di partecipazione pubblica. L’Associazione 26per1 richiede ad Agesp ed all’Amministrazione Comunale di (di)mostrare pubblicamente il progetto di restauro conservativo inizialmente commissionato all’architetto Torresan, specificandone costi, indirizzi tematici e criticità tecniche riscontrate in itinere.
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