La città della Madonna

Una manifestazione ben diversa come genere dalle tante altre che incontriamo in città merita attenzione anche in sede di bilancio. Dovrebbe avere la precedenza il bilancio di carattere religioso e spirituale, a seguire quello della partecipazione di migliaia e migliaia di persone nell’arco delle 12 ore di preghiera, meditazione e testimonianze, ma davvero, ci sembra doveroso ringraziare tutti i volontari dell’organizzazione, non erano numerosissimi, che hanno reso un grande servizio in  termini di immagine anche alla città laica. Era scontato che il popolo dei medjugoriani fosse misurato e rispettoso sempre, ma avevamo pochi riferimenti per fare confronti con altri raduni: le parole di sincera ammirazione delle due veggenti, dei religiosi venuti da Medjugorie, dei musicisti dei Figli del Divin Amore, artisti di eccezionale livello, sono quanto di più gradito può ricevere una comunità di fedeli. Varese per la sua Addolorata, per la grande storia della Vergine del Sacro Monte, per il suo amore alla mamma di Gesù manifestatasi quasi 30 anni or sono a Medjugorie, può essere considerata una città della Madonna dove preghiera comune, partecipazione e solidarietà vengono vissute e praticate con la misura e la riservatezza di un colloquio profondo, sereno, fiducioso. Ecco perché i cinquemila di Masnago sono stati ammirati da chi incontra a volte vere maree di fedeli, ecco perché agnostici curiosi capitati al Palazzo dello Sport sono stati sorpresi e forse anche turbati da questo grande popolo della fede. E’ gente che rispetta la prudenza della Chiesa davanti alle apparizioni, che prega per i non credenti, che accoglie come fratelli coloro che si convertono, che non cerca cavilli o si dedica a fantasiose analisi e interpretazioni davanti ai valori cristiani. Un esempio stupendo di unità, di coerenza e di coraggio in tempi in cui tutti si è contro  tutti.