Le anime del PdL a confronto
Dopo i formigoniani è stata la volta dei laici, chiamati a raccolta da Nino Caianiello, che a loro volta si sono grande raduno per "contarsi". Presenti anche "big" nazionali di politica e informazione
Se i cattolici suonano le loro campane, i laici rispondono con le loro trombe. La musica, però, è la stessa: suona sempre secondo le volontà del direttore d’orchestra Silvio Berlusconi.
È stato un ritrovo in grande stile quello di Agorà, associazione presieduta da Marcello Pedroni e patrocinata da Nino Caianiello, giovedì alle Robinie di Solbiate Olona, per nulla da meno di quello della componente più vicina a Cl e all’asse Formigoni-Cattaneo che si era ritrovata a MalpensaFiere la settimana scorsa. In entrambi casi c’era un’ottima scusa, anzi due: farsi gli auguri di Natale e sostenere attività benefiche. Facciamo pure tre: era il compleanno di Caianiello. E anche stavolta i convenuti erano tantissimi, circa seicento.
Le elezioni sono vicine e il PdL è così forte da permettersi di passare forse più tempo a guatarsi al proprio interno, fra le varie "anime" in cui è suddiviso, che non dagli avversari. Quelli che fanno più paura sono alleati ed ex tali: la Lega da una parte, i finiani di Fli dall’altra. Sui primi si tace, facendo eco al silenzio dell’altra parte, per gli ultimi c’è una sola parola, da mesi: "traditori".
Fra gli ospiti di serata anche un sottosegretario (all’attuazione del programma) come Daniela Santanché, fra gli ospiti illustri della serata insieme a un Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, a un assessore regionale come Domenico Zambetti, e ai consiglieri regionali Rienzo Azzi, Giorgio Puricelli, Giorgio Pozzi, al presidente della provincia di Novara Sozzani.
Vera prova di forza anche quella dell’associazione capeggiata da Nino Caianiello, dunque, che vede una convergenza di gruppi prima disparati per fare argine all’ascesa dei formigoniani e di Raffaele Cattaneo. In questa chiave vanno letti segnali grandi e piccoli, come la nascita di Dialogando Insieme che a Busto Arsizio accorpa vari gruppi interni al partito, oppure il recente rimpasto in Provincia; ancora, con le impazienze sulla cacciata dei finiani, i "traditori" traditi, come si è visto (e rivendicato ieri sera), in Parlamento, da ogni poltrona ancora occupata. Andava letto in questa chiave anche l’annuncio, ormai mesi fa, della ricandidatura di Gigi Farioli a Busto, fatto da Caianiello in persona. Quello stesso Farioli che, immancabile in queste occasioni conviviali, e affiancato dal collega gallaratese Mucci, si è detto sicuro della vittoria.
Sullo sfondo di queste discrete battaglie di posizione, una profonda ricomposizione in vista nello stesso PdL, a livello anche regionale e nazionale, con la stagione dei congressi dell’anno prossimo. Così, mentre a Roma Silvio Berlusconi cerca appoggi tra i moderati per garantire la sopravvivenza di un governo appeso a un filo, in provincia di Varese l’area laica del suo partito cerca e trova sponde fra gli ex An, i più "arrabbiati" nel denunciare il "tradimento" finiano, che li ha lasciati privi di un peso adeguato all’interno del partito, costringendo l’intero PdL a rivedere i suoi equilibri interni.
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