Il falò dei Magi: oro, incenso… e bruscitti
Leggende per bambini e fatti storici rivestiti alla luce delle tradizioni dietro questo momento, celebrato nell'antico Prà di Remagi
Si è tenuto mercoledì sera in piazza Cristoforo Colombo, l’antico Prà di Remagi, il Falò dei Re Magi, organizzato dal Comune con il Club dei Nasi e la Parrocchia di San Giovanni Battista. Occasione dedicata prima di tutto ai bambini, ma dove questi erano, s’intende, minoranza. Occasione dedicata ad una buona mangiata di polenta e bruscitti con abbondanti bicchierate di buon vino rosso: e il richiamo non manca mai. Ben lo sanno i nostri blogger più informati in materia gastronomica cui senza vergogna "rubiamo" un titolo azzeccato. Almeno un centinaio di persone si sono riunite per celebrare l’Epifania in arrivo.
È d’uso ricordare i re Magi a Busto, sono una sorta di protettori ufficiosi della città. Una leggenda gentile racconta che duemila anni fa, evidentemente persa la trebisonda (pare che avessero finito le batterie del navigatore satellitare… ndr), passarono proprio qui: e venendo dalle terre più calde del levante e dell’Africa, i poveretti tremavano nel gelo dell’inverno padano. Furono allora i bambini ad aiutarli a scaldarsi raccogliendo tutta la legna disponibile, perfino dagli infissi di casa. Da allora e per secoli, i regali arrivavno portati dai Re Magi. In epoche più commerciali, Babbo Natale li ha soppiantati.
Non è questa l’unica leggenda, fra quelle raccontate da Carla Castellanza prima dell’allegro falò. Agli inizi del Quattrocento le terre dei Visconti erano nel caos: e la piazzetta, oggi un incrocio anonimo e trafficato su via Zappellini, era la porta detta di Savigo, quella a nord del borgo. Qui entrò per saccheggiare un feroce condottiero, Ottobono Terzi (noto anche perchè una volta fece tagliare la testa a 65 contadini ribelli), nell’Epifania del 1408; e poche settimane dopo, a febbraio, ne arrivò un altro dalla fama sinistra, Facino Cane, allora aspirante alla signoria milanese. Personaggi storici, fatti veri. La masnada del condottiero assediava il borgo esigendo quello che oggi chiameremmo "il pizzo" per andarsene, pena un nuovo saccheggio: ma a Busto non era rimasto più niente da rubare. I bustocchi pregarono i tre Re Magi: e la leggenda vuole che Facino Cane, da buon sanguinario anche un superstizioso, abbia visto in sogno Melchiorre, Baldassare e Gasparre che gli intimavano di levare le tende. Così fu.
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