La cava di Cantello e l’acqua di Varese: “Fontana intervieni”
Preoccupa l'impatto dell'impianto sui pozzi dell'acqua Aspem: dagli ambientalisti ai cacciatori, tante associazioni scrivono al sindaco
Gli ambientalisti e le associazioni di cacciatori, i produttori degli asparagi di Cantello e gli scout. Decine di associazioni scrivono al sindaco di Varese Attilio Fontana per richiamare l’attenzione sulla cava
Italinerti, l’impianto di estrazione sotto la collina dei Trescali. La cava – su cui anche l’Unione Europea ha aperto un’indagine – si trova nelle vicinanze dei pozzi della valle del Bevera, vero serbatoio d’oro blu per una parte significativa della città. «È nel Comune di Cantello, ma il Comune di Varese – scrivono le associazioni a Fontana – si avvale in misura non sostituibile del proprio fabbisogno delle riserve idriche della Bevera. Perciò lei, signor Sindaco, è sicuramente la prima persona che ha a cuore la sorte dei propri cittadini su questo bene primario». La lettera è definita “supplica” al sindaco, nella speranza di incoraggiare Fontana «a porre in essere tutti gli interventi di carattere politico e amministrativo che possano impedire ai varesini, e non solo a loro, di rimanere senz’acqua». Le stesse associazioni riconoscono peraltro al sindaco di Varese il merito di essersi già esposto pubblicamente, nella trasmissione Falò della RSI, quando disse: «È una situazione troppo importante, quindi noi autorizzeremo gli interventi soltanto nel momento in cui avremo l’assoluta – e ripeto assoluta – certezza che non ci sia alcun tipo di problema di possibili inquinamenti». Incalzato dal giornalista, Fontana disse che, se non era disposto a gesti eclatanti, era pronto a ogni intervento politico «e nel caso anche giudiziario», «per impedire che l’intervento si faccia». Come primo passo le tante sigle aderenti alla “supplica” chiedono che Fontana si faccia portatore delle preoccupazioni davanti a Regione Lombardia, che ha la competenza più alta per gli impianti di cava ed estrattivi. Del resto, anche di recente il Comune di Varese, insieme ad altri enti, è riuscito ad ottenere uno stop ad un altro impianto che preoccupava, quello della Rasa: in quel caso inquietava l’impatto paesaggistico e del traffico stradale che la cava avrebbe generato. In questo caso, invece, riguarda un bisogno primario, l’acqua.
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