Speriamo che il modello Mirafiori si fermi aTorino
In piazza con la Fiom anche i lavoratori della Agusta e della Ercole Comerio spa che raccontano il loro pensiero sul referendum della Fiat
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Un delegato della Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) della Ercole Comerio spa di Busto Arsizio racconta la situazione nella grande industria bustocca e perchè i suoi dipendenti oggi sono in sciopero
Com’è la situazione nella vostra azienda?
«La nostra è una fabbrica che a differenza di molte altre nella zona vive un momento particolarmente positivo perchè abbiamo molto lavoro e c’è anche una campagna di assunzione molto positiva».
E allora perché siete scesi in piazza anche voi?
«Noi siamo qui a manifestare perchè non vogliamo che tutto quello che è accaduto a Pomigliano e a Mirafiori si espanda a macchia d’olio in tutte le aziende metalmeccaniche. E in molte questo sta già succedendo».
Nella vostra azienda c’è questo rischio di “contagio”?
«La nostra realtà è ancora a “conduzione familiare” quindi fino a quando rimarrà così questo rischio non c’è. Abbiamo ora una mole di lavoro piuttosto sostenuta ma io sono convinto che se mai dovesse verificarsi un calo nel lavoro e se si dovesse iniziare a fare più finanza e meno lavoro, probabilmente potrebbe arrivare anche da noi.».
Quindi siete in piazza anche per impedire che questo modello possa mai affermarsi?
«Sì certo, ma il senso della nostra presenza oggi è sopratutto per solidarizzare con quei lavoratori che questi problemi li stanno vivendo già adesso».
Quali sono i punti che proprio non accettate dell’accordo?
«Con l’accordo di Mirafiori, che ha peggiorato quello di Pomigliano, vengono lesi molti diritti dei lavoratori. Questo è uno strappo fortissimo alla democrazia che non è accettabile. Ad esempio la malattia che in particolari casi non verrà più neanche pagata o il diritto allo sciopero, costituzionalmente riconosciuto, non sarà più garantito e più in generale le condizioni di lavoro peggioreranno incredibilmente. Non è così che si fanno le politiche per il lavoro!»
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