Crisi Pro Patria, Pattoni continua a prendere tempo

Il presidente, dopo aver congelato ogni pagamento, da una parte minaccia di lasciare la società nelle mani del sindaco e dall'altra annuncia novità che non arrivano mai. Giocatori e mister presentano una nuova denuncia

Il momento della verità per la Pro Patria sembra non voler arrivare mai. L’attuale proprietario della maggioranza delle quote Massimo Pattoni continua a giocare la sua pericolosa partita usando le carte meno adatte e giocatori, mister e staff tecnico prendono le relative contromisure in sede civile e penale con una nuova denuncia depositata al commissariato di Polizia di Busto Arsizio per appropriazione indebita nei confronti del precedente proprietario Savino Tesoro. Il quadro si è ulteriormente ingarbugliato dopo che il nuovo patron non ha mantenuto fede alla sua promessa di pagare i giocatori e ripianare il buco da oltre 500 mila euro di contributi mancanti permettendo alla federazione di infliggere altri punti di penalità ai biancoblù.

Tutto doveva essere risolto entro lunedì scorso, stando a quanto più volte dichiarato dallo stesso presidente del club biancoblù, ma questo non è avvenuto «a causa – dichiarò Pattoni – del fatto che sono spuntati altri 500 mila euro di debiti dei quali non si sapeva nulla». I conti non tornano mai a Pattoni, sempre meno anche ai tifosi e ad un’intera città che osserva attonita l’evolversi della situazione. Pare che a convincere il presidente a bloccare per l’ennesima volta i pagamenti siano stati i suoi avvocati. Intanto la cronica mancanza di liquidità nelle casse societarie ha portato, nuovamente, al taglio delle utenze elettriche e telefoniche nelle sedi societarie e le difficoltà nel pagare anche fatture da poche centinaia di euro, più volte riscontrate nelle ultime settimane, ha chiarito una volta per tutte le reali potenzialità economiche di Pattoni che ha rimandato tutto, ancora una volta, a mercoledì 23 febbraio.

Viene da chiedersi perchè Pattoni si sia imbarcato in una impresa che non è evidentemente in grado di sostenere sicuramente a livello economico ma, è quello che sta emergendo, anche a livello di conoscenza del mondo dello sport e di quello imprenditoriale. Se dietro di lui ci sono, come ha molte volte dichiarato, solidi imprenditori è il caso che si facciano avanti prima che tutto finisca davvero e definitivamente in mano alla sezione fallimentare del tribunale di Busto Arsizio. Incomprensibile ai più è anche l’annuncio dello stesso patron di lasciare la società in mano al sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli nel caso in cui non riuscisse a risolvere la situazione debitoria. Se l’obiettivo è quello di avvicinare imprenditori interessati a entrare nella società Pattoni, dicendo tutto e il contrario di tutto, non sta facendo altro che spaventare chiunque voglia impegnarsi mentre se la volontà di mollare è vera che lo faccia ora e non quando sarà troppo tardi per salvare il calcio a Busto.

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Pubblicato il 18 Febbraio 2011
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