Pillole di storia economica del Risorgimento… in streaming

L'iniziativa per le scuole superiori sarà trasmessa sulla web tv comunale, con tre lezioni del prof. Pietro Cafaro dedicate allo sviluppo dell'Italia nell'Ottocento e approfondimenti sull'Alto Milanese di Chiara Cavelli

Una bella iniziativa per le scuole quella programmata utilizzando la web tv comunale Enzo Tortora dall’amministrazione comunale di Busto Arsizio. Si tratta di "Pillole di storia", un ciclo di tre lezioni di storia economica in diretta web (il 4 e 16 marzo e il 6 aprile alle ore 18) e un dibattito conclusivo previsto per i primi giorni di maggio, rivolti alle classi quarte superiori degli istituti cittadini e impartite da un docente universitario come il professor Pietro Cafaro della Cattolica di Milano, autore di numerose pubblicazioni. L’idea è nata in occasione del centocinquantenario dell’Italia unita e va a toccare proprio i temi della nascita e della soffertissima crescita di questo nostro Paese così diverso al proprio interno, e allora povero, durante il "lungo Ottocento", un periodo che dalla fine delle guerre napoleoniche si dipana fino alla vigilia della Grande Guerra. Qyuesto su un quadro nazionale e non solo, mentre Chiara Cavelli, autrice di un recente volume dedicato alla figura di Enrico Dell’Acqua, il "principe mercante" attivo tra Busto e il Sudamerica, farà il punto sui contemporanei sviluppi dell’economia locale dell’Alto Milanese, e dunque della nostra città in quel secolo chiave.
Il sindaco Gigi Farioli ha salutato con grande soddisfazione, presentando in diretta sulla web tv l’iniziativa, lo spirito con cui le scuole bustocche hanno accolto un progetto che viene "da fuori" rispetto al mondo della scuola, a volte chiuso rispetto a stimoli esterni. «Fare riflessione intelligente, domande importanti, valutare la storia come momento di crescita e di cittadinanza partecipata e responsabile è un aspetto di questa amministrazione, così per la celebrazione di Dell’Acqua, un grande successo – una ragazza mi ha presentato una tesi su questa figura, scoperta anche attraverso le nostre manifestazioni – e così per tutte le ricorrenze, un carattere per il quale ci  è giunto anche il riconoscimento dello stesso Capo dello Stato. Historia magistra vitae, si diceva, ma non è uno slogan, è un dovere etico. Daremo una lettura attenta e accattivante della storia, che fa uno zoom dal nazionale al locale». Il sindaco ha anche trovato il tempo per tirare in ballo nientemeno che Roberto Benigni, che giovedì a Sanremo ha citato Busto Arsizio per spiegare agli italiani dove si trova Legnano, città presente nel testo dell’inno nazionale: «ora metta a disposizione parte del suo cachet per la Tigre nel Cuore: sembrerà meno demagogo».

Il professor Cafaro ricorda che in Italia se lo Stato unitario fu un frutto tardivo, la nazione era nata molto tempo prima, «quando la cultura italiana ha fatto breccia su scala internazionale, quando l’Italia era un faro culturale e l’economia penetrava i mercati internazionali» (dal Trecento al Cinquecento circa ndr). L’insolita lettura in chiave economica, rivolta a studenti diciassettenni che affrontano i temi dell’Ottocento, secolo "fondativo" del mondo moderno, ha il suo interesse: «si può leggere tutta l’epopea risorgimentale anche in quella chive, e vedremo che le istanze di unità erano legate anche a interessi economici. Su una base secolare, L’Italia ricercava un modello economico non semplice da attuarsi: nel mezzo del Paese da epoca remotissima vi è una frattura primordiale. L’esempio. la sfida dell’Italia fu di poter scommettere su due ipotesi complementari, mediterranea e continentale, stiamo tuttora cenrcando di persegurila, ed è unica al mondo».
Si partirà allora col quadro dell’economia italiana ed europea di 200 anni fa, lo stesso Alto Milanese in crisi agricola, una prima industrializzazione un po’ “eretica” in un contesto ancora agrario. In quel quadro poi c’è «la guerra "federale" del 1848, un primo tentativo di mettere insieme la nazione in modo diverso da quello poi dato nel 1861». Vedremo poi i problemi dell’unificazione, il debito, le difficoltà fiscali, la difficoltà di costruire un mercato nazionale unico con le sue infrastutture. «Il 1875 è anno di svolta, il grande progetto è in forte difficoltà, qui si innesterà il secondo incontro, sull’ultimo Ottocento, in uno scenatio globale molto cambiato, una prima globalizzazione economica, una prima industrializzazione, il protezionismo e il nazionalismo crescenti, la triste vicenda dell’emigrazione di massa. Il periodo più nero è proprio tra fine Ottanta e inizio anni Novanta, crollano le banche, crisi edilizia e finanziaria molto simile a quella odierna», eppure è allora per Cafaro che si fa l’Italia, si forgia lo stato unitario, si pongono le basi dell’abbandono di una agricoltura obsoleta e del via ad una industrializzazione che decollerà definitivamente solo dopo la metà del Novecento. Nel terzo incontro si parlerà della svolta, a cavallo dei secoli, fino al giolittismo e al suffragio universale maschile del 1912, in un’Italia che cresce fra brillanti successi e stridenti disequilibri.
Ad ogni lezione la dottoressa Cavelli toccherà i temi legati particolarmente al nostro territorio. «Intendiamo valorizzare le nostre radici, farle conoscere, far capire da dove partiamo, da un territorio dai suoli poveri per l’agricoltura, ma punto di passaggio tra Europa e Mediterraneo». tra Milano e i mercati d’Oltralpe. Non per autocompiacimento, ma per chiarire come la necessità aguzzò l’ingegno: «qui si tenevano le orecchie dritte e si coglievano le novità e le tendenze dei mercati». Troppo spesso la storia locale, pur ben documentata da validi eruditi e studiosi, è limitata: qui si cerca did arle uun più ampio respiro, contestualizzandola nel quadro nazionale e di un’epoca. Può quindi ben dire il sindaco che se a Busto vi sono eccellenze scolastiche, è vero anche che «la cultura è un investimento in memoria» e che anche la storia locale può essere materia viva.

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Pubblicato il 18 Febbraio 2011
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