Vi spiego come funziona la macchina senza autista
Parla Paolo Zani l'ingegnere che sabato 12 febbraio sarà all'istituto Keynes per parlare del progetto delle auto elettriche che rilevano la presenza di ostacoli lungo la strada
Per ora ci sono macchine che ti aiutano a parcheggiare: il volante gira da solo e la carrozzeria sfiora marciapiedi e panettoni con gran disinvoltura. In futuro la macchina viaggerà da sola. Noi potremo sederci dietro a leggere un giornale mente il nostro mezzo, anche una piccola utilitaria non pensate a una macchina di lusso, sfiderà da solo il traffico e gli altri automobilisti indisciplinati.
Non è fantascienza. Chiedetelo a Palo Zani, giovane ingegnere di Parma, che sabato 12 febbraio sarà a Gazzada Schianno per presentare ai ragazzi del Keynes che studiano robotica il progetto “folle” cui ha partecipato insieme ad altri 29 scienziati della Vislab. Quattro auto elettriche che hanno fatto 13000 chilometri con ogni tipo di tempo e strada senza guidatore.
“A onor del vero c’era sempre uno di noi sull’auto elettrica ma non faceva nulla” racconta Zani.
La ragione è semplice: una macchina non può viaggiare da sola per motivi assicurativi e poi, immaginate di incontrare in autostrada una quattro ruote “vuota”.
“Noi ci occupiamo di dispositivi per la sicurezza in ambito automobilistico – spiega ancora Zani -e con un finanziamento europeo abbiamo dato vita a questo progetto. La Piaggio s’è detta interessata e ci ha messo a disposizione le macchine che abbiamo poi provveduto a modificare.
La carovana, 4 mezzi elettrici, più 2 camion, 4 camper e un carro attrezzi, ha viaggiato dal 20 luglio al 27 ottobre”.
Un tragitto lunghissimo considerato che le auto non viaggiano a più di 70 chilometri orari.
“Ma non è stato quello il problema: è stato complicato attraversare alcune frontiere perché era difficile
spiegare che cosa stavamo facendo. Soprattutto in Cina e in Kazakistan però ci siamo riusciti”.
Nessun intoppo durante il viaggio, spiega ancora l’ingegnere, tranne un paio di tamponamenti dovuto al fatto che qualche passeggero distratto toccava tasti per errore. “Le macchine si sono comportate benissimo anche in situazioni estreme – ha spiegato – Le telecamere e i laser piazzati all’esterno hanno segnalato ostacoli e scartato ogni tipo di problema”.
Le applicazioni? “Alcune auto in commercio hanno già i sensori che rilevano se il guidatore ha colpi di sonno. In futuro, non certo, lontano ogni auto potrà avere queste sofisticate centraline e a costi accessibili. Al momento sono già attivi su macchine agricole e per movimento terra: servono ad evitare incidenti in cantiere. E funzionano”
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