Mussi: “La Lega è come la Parmalat”
Il presidente nazionale di Sel (Sinistra ecologia e libertà) ha aperto la campagna elettorale nella Città Giardino. «L'unica riforma federalista l'abbiamo fatta noi. Il federalismo della Lega penalizza cittadini e imprese»
«Ho l’impressione che fra qualche anno la Lega apparirà come una grande Parmalat, la più grande truffa politica. In dieci anni di governo ha fatto il contrario di tutto quello che pomposamente ha annunciato al popolo». Fabio Mussi ha studiato alla «Normale» di Pisa, ma nell’anima rimane sempre un toscanaccio. L’assist al presidente nazionale di Sel (Sinistra ecologia e libertà) glielo ha servito il segretario provinciale Francesco Liparoti che, introducendo il «big» del partito venuto ad aprire la campagna elettorale a Varese, ha attaccato il Carroccio utilizzando una delle espressioni tipiche dei lumbard: «I leghisti fino ad ora tra federalismo e indipendenza hanno ciurlato nel manico».
Mussi sa quanto è importante parlare di federalismo in terra di Lombardia e rivendica un primato anche personale perché ai tempi della riforma del titolo V della Costituzione, dedicato alle autonomie locali, lui era capogruppo alla camera dei deputati. «L’unica riforma federalista l’ha fatta il centrosinistra – dice Mussi -. Un giorno sì e un giorno no avevo Formigoni seduto sulle ginocchia che mi implorava di farla approvare. Quello stesso Formigoni che poi va in tv a dire che quella riforma è passata con un voto solo. Ebbene, il federalismo approvato dalla Lega e dall’attuale maggioranza è un pasticcio, perché di federalista non ha nulla. Basti pensare che hanno previsto le centrali nucleari senza chiedere il permesso alle Regioni, ci ha dovuto pensare la Corte Costituzionale».
Le cose, secondo Mussi, non migliorano quando si parla di fiscalità e debito pubblico. «La pressione fiscale – continua il presidente di Sel – è aumentata, arrivando mediamente al 43,5 per cento. Ci sono imprese che pagano fino al 70 per cento. Il federalismo del centrodestra aggrava la situazione perché introduce l’Imu (imposta municipale unica ndr) che non è altro che una tassa patrimoniale che colpirà soprattutto le imprese, i loro macchinari e i loro capannoni. Come la chiamate voi questa strategia? Gli inglesi la chiamano “presa per il culo”».
Sulle intese politiche in vista delle elezioni, le idee di Mussi sono piuttosto chiare, anche perché a livello nazionale Sel ha avuto le stesse difficoltà che ha avuto a livello locale. La sua visita coincide, infatti, con la presentazione della coalizione realizzata insieme a Pd e Idv e del candidato sindaco Luisa Oprandi. «So che anche qui il Pd ci ha provato prima con il terzo polo. Io l’ho detto a Bersani: la santa alleanza di tutti non è solo impensabile ma è anche controproducente. Bisogna proporre un’agenda alternativa a quella del centrodestra senza rincorrerli sul loro terreno e non bisogna andare al centro. A livello nazionale diciamo che i lavori sono in corso».
Gli argomenti per riempire quell’agenda ci sono già, a partire dai referendum che pongono al centro beni primari e comuni come l’acqua e la salute, perché tra i quesiti che verranno sottoposti agli elettori a giugno c’è anche la scelta del nucleare. Tema molto caro a Mussi che, dopo Varese, farà tappa a Friburgo, la città più ecologica d’Europa, per studiare le soluzioni energetiche messe in campo dai tedeschi. «Il referendum sul nucleare è fondamentale – conclude il presidente di Sel -. Io dissi no al nucleare fin dal 1979, quando ci fu l’incidente di Three Mile Island negli Stati Uniti. Questo governo tenta di non far votare il popolo scegliendo due date diverse per le amministrative e i referendum, decisione presa su proposta del ministro Roberto Maroni».
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