I giocatori scrivono a Giulini: «Salva il calcio a Busto»
L'intera rosa della società bustocca ha firmato una lettera-appello all'imprenditore milanese che per settimane ha tenuto viva la speranza di salvezza della società bustocca
La Pro Patria vuole vivere e i giocatori sembrano non voler credere, come i tifosi, che non ci siano più speranze per salvare la società. Per questo motivo l’intera rosa ha scritto una lettera aperta a Tommaso Giulini, l’imprenditore milanese che per settimane ha tenuto viva la speranza di slavare la società calcistica bustocca, chiedendo di non tirarsi indietro e di diventare il nuovo condottiero della gloriosa Aurora Pro Patria.
Egregio Signor Giulini,
noi calciatori dell’Aurora Pro Patria 1919 s.r.l. Le scriviamo, e pensiamo di farlo anche a nome di tutti gli appassionati e tifosi della squadra, per chiederLe con tutta la forza che ancora abbiamo dentro di noi, di voler valutare nuovamente l’opportunità di diventare il nuovo condottiero della nostra gloriosa società.
Trovare le parole alle delicatezze del cuore e dei sentimenti non è facile. Ma siamo certi che nella vita tutto si deve consumare, tutto deve graffiare, tutto deve incidere.
Lei, in questo momento, è padrone del destino nostro e della realtà sportiva di Busto Arsizio.
Se sul campo siamo riusciti sino ad oggi ad onorare i nostri impegni, è per la gratitudine nei confronti di tutti i tifosi che in questa paradossale stagione ci sono stati vicini e ci hanno aiutato e continuano a farlo con tanta passione, nei momenti di grande sconforto.
Ma lo abbiamo fatto anche nella speranza che una persona come Lei si presentasse sulla porta della sede della società e che con la dignità e signorilità che l’ha contraddistinta, scalzasse dalle loro poltrone i personaggi che nel corso di questi due anni hanno rovinato e infangato 91 anni di storia gloriosa.
Tanti di noi, avversati dalle difficoltà, hanno pensato di ammainare bandiera, tante volte ci siamo detti nel chiuso dello spogliatori: "Perchè continuare a esporsi in un’arena mediatica così crudele". Ma ci siamo sempre risposti: "Fermiamoci". Forse abbiamo sentito forte il senso di appartenenza a questa maglia, forse abbiamo ritenuto la maglia che indossiamo la nostra pelle.
Lo comprendiamo benissimo, da imprenditore serio e intelligente qual è, si sia reso conto che un’impresa simile, dopo le scellerate gestioni precedenti, è un’impresa solo per folli.
Ma il calcio è passione. E Lei è un appassionato dello sport più bello del mondo … il gioco del calcio.
Una follia è stata trascorrere le notti all’interno dello Stadio Speroni. Una follia è cambiare continuamente casa a causa di sfratti e minacce. Una follia è stata sentirsi rifiutare i pasti. Una follia è non poter tornare a casa dai propri cari perchè i soldi non ci sono.
Ma noi siamo folli e non ce ne siamo andati.
Non possiamo farlo perchè portiamo sulle spalle una delle maglie più belle e gloriose d’Italia.
L’abbiamo onorata in tutti i modi e vogliamo farlo fino alla fine di questa stagione. Stagione che non vogliamo buttare via. La promozione, la sentiamo una meta ancora raggiungibile. Dentro ognuno di noi è forte il desiderio di accarezzare un sogno.
Non ci piace pensare a un prossimo futuro senza storia, non ci piace interpretare idee che inducono al negativo, non ci piace un certo tipo di rassegnazione. Sentiamo che tutto ciò fa male a noi, ma fa male soprattutto alla città.
Promettendo tutto l’impegno possibile, Le chiediamo di immaginarsi Presidente della squadra e vivere con noi le ultime partite di campionato. Non vorrà mica perdersi l’eventuale partita decisiva per la promozione diretta o l’eventuale finale dei Play-off.
Le chiediamo di mettersi una mano sul cuore.
Noi lo stiamo facendo e Le diciamo, sin da ora, che siamo disponibili a venirLe incontro con tagli ai nostri stipendi. Ci adopereremo affinchè le istituzioni e ulteriori appassionati seri come Lei possano aiutarLa a realizzare questo sogno.
Le chiediamo, fino ad implorarla, di salvare noi, la squadra e la società.
Siamo anche consapevoli che noi a Busto Arsizio siamo di passaggio, ma se Lei dovesse rilevare la Società, entrerà di diritto nella storia della Pro Patria.
Ci porti in trionfo e noi porteremo in trionfo Lei.
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