“Vittorio era un amico. A Gaza si sentiva a casa sua”

Maurizio Fantoni Minnella ricorda Vittorio Arrigoni: lo aveva portato a Varese nel 2008 e nei mesi scorsi hanno girato il documentario “Gaza a cielo aperto”

Vittorio Arrigoni«Vittorio era un amico e il nostro documentario sulla situazione a Gaza non sarebbe riuscito così bene senza di lui, senza la sua sensibilità e il suo aiuto». Maurizio Fantoni Minnella ricorda così Vittorio Arrigoni, il volontario italiano ucciso giovedì sera da un commando di estremisti salafiti. Minnella, critico e cineasta, è il responsabile della programmazione della Sala Urano del cinema Multisala Impero di Varese, per la quale ha anche organizzato diverse proiezioni e incontri sulla questione palestinese. Tra questi appuntamenti c’è stato anche quello con Arrigoni.
«Dopo tante mail ci siamo incontrati in quell’occasione a Varese, è stato bellissimo diventare amici e conoscere meglio la sua causa – racconta Minnella -. Lo abbiamo rivisto quando siamo andati a Gaza per realizzare il documentario “Gaza a cielo aperto” che abbiamo presentato a Milano al cinema Anteo martedì scorso. Nei prossimi giorni lo presenteremo a Roma, ma non sarà una semplice presentazione, sarà il ricordo di un amico».

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L’ultimo documentario di Vittorio Arrigoni 4 di 12

Maurizio Fantoni Minnella a sinistraMinnella spiega che non si tratta di un documentario su Arrigoni. «È stata la prima persona che ho incontrato nella striscia di Gaza – prosegue Minnella – e ovviamente è stato bellissimo vederlo lì. Abbiamo parlato a lungo e lui mi propose di filmare una manifestazione che ripeteva tutte le settimane: un’iniziativa di interposizione pacifica, ovvero marciare pacificamente fino al confine con Israele, nella zona più a rischio dove talvolta gli israeliani uccidono contadini perchè non vogliono si espongano bandiere. Avrebbero potuti spararci, non è successo niente, ma la tensione era alta. Quella vicenda è diventata la parte finale del documentario. Nel dvd ci sarà poi un’intervista ad Arrigoni».

«Lo ricordo in quei momenti, ma anche la sera prima, quando fumava – prosegue Minnella quasi commosso -. Si sentiva a casa sua, in questo luogo molto rischioso. Era amante della verità e si trovava lì per denunciare i crimini anche minori di Israele che lo considerava un nemico pubblico. Ma Vittorio era critico anche con Hamas, di cui sottolineava gli aspetti regressivi, perchè pensava troppo al potere e non al popolo palestinese».
C’è anche una aspetto che Minnella non dimenticherà mai di Arrigoni: «Non scorderò più quello slogan, quel “restiamo umani” che ha anche dato il titolo al suo libro, al suo testamento. Uno slogan che è quasi banale, ma dentro il quale c’è una grande verità, un’umanità che dobbiamo recuperare. Sapeva quanto fosse difficile essere umani e coerenti contro la guerra. Lui lo è stato fino in fondo».

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Pubblicato il 15 Aprile 2011
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