Maroni infiamma la campagna di Giovanna Bianchi
Il ministro alla serata leghista che non ha risparmiato bordate ai candidati del Pdl. "Ho poco tempo ma vorrei fare l'assessore alla sicurezza"
Il ministro Roberto Maroni arriva a Gallarate e tra il serio e il faceto butta anche lì di volerci restare: «Giovanna ho una proposta, se vinci vengo a fare l’assessore alla sicurezza». In quel momento la candidata leghista non è riuscita a raggiungere il microfono ma lo sguardo è stato di eloquente assenso.
Giovanna Bianchi fa il pieno con un altro “big”, il ministro di “casa” Roberto Maroni, «uno che non gli basta una telefonata», come chiosa provocatoriamente il segretario provinciale Stefano Candiani, e che insieme al al segretario cittadino Giorgio Caielli, al consigliere regionale Stefano Galli e al vicepresidente di Regione Andrea Gibelli, ha infiammato la platea dei militanti alle ex scuderie Martignoni in un incontro che non ha risparmiato bordate ai candidati del Pdl. A cominciare dal consigliere Stefano Galli che dopo l’annuncio dei giorni scorsi contro Nicola Mucci sembra determinato a passare dalle parole ai fatti: «l’ex sindaco ha presentato una sua lista, vuole forse tornare a fare politica? Lo togliamo noi dall’impaccio con una mozione in consiglio regionale che gli toglierà la direzione della asl di Sondrio».
La stessa Giovanna Bianchi, prima di snocciolare gli obiettivi del suo programma, si è risposta così sul perché di tanta determinazione nella campagna elettorale leghista: «perché l’amministrazione comunale è stata percepita dai cittadini come non abbastanza trasparente».
Ed anche il ministro Maroni è tornato sulla polemica scatenata all’arrivo dei profughi nei giorni scorsi. «Fare campagna elettorale sull’accordo per i rifugiati è una cosa che andrebbe evitata. – ha spiegato il ministro – e se qualcuno ha voluto usare una polemica per Gallarate ha fatto male i conti. Abbiamo fatto un accordo con le regioni per cui i clandestini vengono gestiti dal sistema delle protezioni civili nazionali e regionali che decidono dove mandarli e come assisterli. È questo l’accordo e se qualcuno non ha il coraggio di farlo rispettare lo dica chiaramente. Mi pare che qualcuno non voglia assumersi le responsabilità che ha preso pubblicamente firmando un accordo con il Governo».
È stata poi Giovanna Bianchi a portare il discorso sui programmi della sua candidatura. Un mix tra i temi cari al Carroccio, «sicurezza, immigrazione, riordino urbano», e una volontà di «invertire la tendenza»: quindi, ha chiarito la candidata, «basta cemento, basta grandi opere, basta centri commerciali. Riporteremo la città a misura dei gallaratesi». E secondo il ministro Maroni questo lo si può fare solo con la scelta intrapresa, «a Gallarate la lega va da sola – ha detto Maroni – perché non abbiamo padroni e non abbiamo padrini. corriamo solo con le nostre donne e uomini perché questa è la garanzia per noi per realizzare il programma che noi vogliamo, senza condizionamenti, senza affaristi in giro, solo per l’interesse della città».
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