Via al maxi-processo contro la ‘ndrangheta lombarda
In 39 alla sbarra. Si costituisce parte civile la Regione Calabria ma non quella lombarda. Il procedimento va incontro ai primi problemi tra un boss dializzato e le udienze in calendario che si accavallano con quelle del rito abbreviato degli altri 120 imputati
Processo Infinito, prima udienza nell’aula della prima Corte d’Assise d’appello del tribunale di Milano per i 39 imputati del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso per i quali il procuratore generale aggiunto Ilda Boccassini ha chiesto il rito immediato. Gli imputati erano stati arrestati in una vasta operazione chiamata "Infinito-Il crimine" che aveva coinvolto le Dda di Milano e di Reggio Calabria con l’arresto di 156 persone in Lombardia con l’accusa di aver messo in piedi tutta una ventina di locali di ‘ndrangheta che potevano contare su appoggi di diverso genere da quello imprenditoriale a quello amministrativo e tecnico.
Il primo appuntamento si è svolto senza telecamere, su richiesta dell’accusa, e non ha riservato grandi colpi di scena ma è servito a calendarizzare le prossime udienze e la prossima, salvo cambiamenti, si terrà il 14 giugno nell’aula bunker di via Ucelli di Nemi. Sono state anche presentate le richieste di costituzione di parte civile da parte dell’Avvocatura dello Stato, Regione Calabria, i comuni di Pavia e Bollate. Augusto Agostino, l’imprenditore che con le sue dichiarazioni ha permesso di inchiodare alcuni degli imputati oggi alla sbarra, ha chiesto di costituirsi parte civile ma il giudice gli ha ricordato di essere imputato e si è riservato di decidere su tutto per la prossima udienza. Da registrare che la Regione Lombardia non si è costituita parte civile.
Tra i personaggi imputati di aver fatto parte della ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo e Legnano era presente Fabio Zocchi, braccio destro di Nicodemo Filippelli e Vincenzo Rispoli, imputato per una estorsione e Vincenzo Novella, figlio di Carmelo Novella ucciso a San Vittore Olona e considerato fino a quel momento il capo della ‘ndrangheta lombarda. L’imputato eccellente Pino Neri, considerato il capo dell’organizzazione definita “Lombardia”, era rappresentato dal suo legale per problemi legati alla dialisi. La Boccassini si è opposta alla richiesta di trasferimento dell’imputato dall’ospedale di Vigevano a quello di Pavia. Il suo difensore ha chiesto che il calendario tenesse presente del suo problema di salute. Gli altri 119 imputati hanno scelto di essere processati con rito abbreviato, a partire dal prossimo 9 giugno. Il calendario del processo con rito ordinario dovrà essere, con tutta probabilità, modificato per non accavallare gli impegni dei difensori.
All’udienza, molto affollata, erano presenti anche alcuni dei ragazzi dell’associazione antimafia Ammazzateci Tutti con in testa il responsabile regionale Massimo Brugnone insieme anche ad alcuni studenti del liceo artistico di Brera.
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