Alle imprese ticinesi conviene guardare a sud, nonostante l’Italia
Presentata a Villa Toeplitz la ricerca sui sistemi produttivi locali nell’area insubrica
Una parte del destino dell’economia del territorio si gioca anche sul versante ticinese, per questo motivo diventa cruciale capire dove guarderà il Canton Ticino, se a sud, verso Milano, o a nord, verso Zurigo. La ricerca sui sistemi produttivi locali nell’area insubrica, che fa parte del progetto Interreg IV Italia Svizzera, presentata in un convegno sul tema del transfrontalierato, organizzato dall’Università dell’insubria a Villa Toeplitz , cerca di dare una risposta a questo e ad altri quesiti.
Non è solo un esercizio teorico, in quanto la ricerca, partendo dall’analisi delle realtà imprenditoriali esistenti, fornisce una serie di indicazioni per favorire lo sviluppo nell’area insubrica di reti di imprese e sistemi produttivi transfrontalieri. Una serie di azioni pilota da realizzare nel concreto e che possono essere la dimostrazione se queste relazioni tra imprese a cavallo del confine funzionano, oppure no.
L’incontro di Villa Toeplitz, grazie all’intervento di docenti (Enrico Ciciotti, Angelo Rossi, Gioacchino Garofoli, Fabio Losa), consulenti (Sandro Lombardi), rappresentanti di associazioni (Luca Paolazzi, Arturo Bortuluzzi) e giornalisti (Silvano Toppi), ha messo dunque in luce i punti critici e le relazioni economiche virtuose che nascono nell’area transfrontaliera.
Se in passato non si sono sfruttate le potenzialità del sistema insubrico (campando ugualmente), oggi è necessario farlo se si vogliono conquistare nuovi mercati e affrontare l’economia globalizzata senza soccombere.
In questa marcia di avvicinamento «non si possono ignorare le identità e le forti differenze dei due sistemi» come ha sottolineato il giornalista Toppi. E se è vero che nel Ticino c’è ancora un tipo di impresa chiuso, molto sviluppato sulle lavorazioni locali e poco su quelle generali; è altrettanto vero che la mancanza in Italia della certezza del diritto e di un sistema istituzionale stabile e organizzato, non invoglia i ticinesi ad uscire dal loro guscio.
Quest’ultima considerazione da sola basterebbe a giustificare la fuga delle imprese ticinesi verso Nord, ma se si affronta il problema da una prospettiva tutta interna ai rapporti tra cantoni svizzeri, allora non resta «che guardare a sud, perché il Ticino non ha ancora i mezzi per guardare in direzione Zurigo» ha sostenuto Angelo Rossi.
L’alleanza tra imprese potrebbe essere una risposta per «sfondare» ma anche sulle reti esistono troppe differenze. E non c’è nemmeno il tempo per azzerarle.
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