Bresciani: « I tagli in sanità non tocchino il personale»
L'assessore regionale alla sanità delegittima il direttore Bergamaschi. La delibera regionale parla di contenimento della spesa con tagli ai beni. E per Cuasso prevede un nuovo futuro
« Non abbiamo mai detto di tagliare il personale». L’assessore regionale alla sanità Luciano Bresciani, in visita alla centrale del 118 varesino, ha di fatto bocciato il piano di risanamento messo a punto dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera varesina Walter Bergamaschi: « La delibera di giunta prevede un taglio della spesa dell’1%, andando a recuperare sulla spesa farmaceutica, per esempio, sull’acquisto di beni attraverso la rinegoziazione. Non abbiamo mai pensato di ridurre il personale».
Quindi i contratti ai 40 infermieri a tempo determinato potranno essere rinnovati?
« Il direttore Bergamaschi agisce in autonomia. Comunque il suo piano verrà analizzato e approvato in Regione».
L’azienda varesina, chiamata a risparmiare 3,5 mlioni di euro in tre mesi ( di fatto 2,6 , scorporando i fondi per le risorse aggiuntive), ha messo a punto un piano di lacrime e sangue che coinvolge i reparti con riduzione di personale infermieristico e diminuzione dei posti letto. Il piano prevede, nello specifico, il mancato rinnovo di una quarantina di contratti a tempo determinato e la riduzione delle risorse aggiuntive, una sorta di premio produzione.
E le risorse aggiuntive, inserite a contratto, verranno date?
«Questi sono fondi aggiuntivi che vanno pagati da Regione e da azienda ospedaliera. Abbiamo visto, però, che c’è poco rigore nell’attribuzione degli obiettivi legati a questi fondi. Il giro di vite, dunque, riguarda anche questo settore: le aziende devono sapere che non si possono promettere risorse allegramente…»
Per l’assessore il futuro della sanità regionale sarà di contenimento della spesa attraverso l’azzeramento delle spese improprie, come l’utilizzo dei letti ospedalieri per i pazienti cronici: « In futuro, saranno i letti subacuti che ci permetteranno di concentrare la spesa ospedaliera per gli ammalati acuti, con un’assistenza meno specializzata per le persone con patologie meno gravi. Investiremo sull’ospedalizzazione domiciliare, sulla tele medicina. In questi anni, la nostra spesa sanitaria pro capite è passata da 1603 a 1445 euro annui. I tagli vanno effettuati, ma dove ci sono gli sprechi».
E l’ospedale di Cuasso verrà chiuso?
« Non è nei nostri programmi. C’è in vista una riorganizzazione per funzioni dei vari presidi. Non una chiusura».
E il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera di cui si discute in Regione?
« Non ne so nulla. È un’idea del Presedente Formigoni. Io non l’ho visto e per me non esiste».
Contattato sulla delegittimazione regionale, il direttore Bergamaschi sottolinea che il piano presentato ai primari e alle caposale è una base su cui si sta discutendo: « Il tavolo di confronto è aperto anche con i sindacati. Se ci saranno altre soluzioni che ci permettano di garantire l’equilibrio di bilancio, indubbiamente le prenderemo in considerazione».
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