Cà Bianca, rimandata la demolizione
L'assessore Reguzzoni si è preso qualche giorno per approfondire se la casa difesa da alcuni architetti bustocchi sia liberty originale oppure no e intanto esclude che sia opera di Gambini. Chi abita lì, però, conferma
L’abbattimento della cosiddetta Cà Bianca, l’edificio che alcuni architetti di Busto stanno difendendo a spada tratta con tanto di raccolta firme, è stato rimandato su richiesta dell’assessore all’urbanistica Giampiero Reguzzoni il quale, pur rimanendo fermo sulla sua posizione, ha deciso di approfondire le critiche all’intervento sollevate dal Comitato per la Conservazione dell’Identità Culturale, Artistica ed Ambientale e dall’architetto Torresan: «Dagli accertamenti emerge che non si tratti di un liberty originale ma del secondo dopoguerra, addirittura degli anni ’50 – spiega Reguzzoni – lo stesso Prg vigente, che salva alcuni edifici definiti di interesse storico-architettonico, non contempla questo edificio che, posso assicurare, non è del Gambini come sostiene l’architetto Torresan». Il professionista bustocco, infatti, aveva sostenuto nella sua lettera ai giornali che si trattasse proprio di un edificio progettato dall’architetto che realizzò i Molini Marzoli Massari, oggi vanto del liberty bustocco e sede di moltissimi servizi dell’amministrazione oltre che dell’Università dell’Insubria.
Eppure in via Pisacane c’è chi sostiene di aver visto quell’edificio sin dai primissimi anni ’40 in quella conformazione e che, dunque, si tratterebbe di liberty originale. L’assessoreReguzzoni, invece, cita documenti risalenti ai primi anni ’50, quando vennero eseguiti lavori interni per la realizzazione di una scala, dai quali si desume che la facciata non era liberty e che, quindi, è stata realizzata negli anni a seguire. La vicenda sembra, dunque, non trovare una soluzione. Sarà liberty oppure no? Speriamo lo si possa appurare prima che le ruspe facciano il loro lavoro.
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