E se Milano entrasse nel Parco del Ticino?
La metropoli dista almeno 30 chilometri dalla valle del fiume, ma il Comune di Milano "governa" un pezzo importante di territorio: Malpensa. E così la presidente del Parco Milena Bertani propone...
Il Comune di Milano potrebbe diventare parte del Parco del Ticino. Almeno, questa è l’idea su cui qualcuno inizia a riflettere. Una provocazione, considerando che la valle del fiume azzurro dista almeno 30 chilometri dalla metropoli? Non proprio. Perché in realtà Palazzo Marino "governa" due elementi importanti dell’area del parco: Malpensa e una parte del sistema di canali. La proposta è stata avanzata dalla presidente del Parco Milena Bertani (nella foto) in un incontro in Comune con Pisapia. La presenza in assemblea di un rappresentante del Comune – come avviene per tutti gli altri 47, da Sesto Calende a Pavia, da Samarate a Bereguardo, a Vigevano – renderebbe più semplice confrontarsi sulle scelte milanesi che hanno importanti ricadute sul territorio del Parco, tra cui quelle sulla terza pista di Malpensa. «Si potrebbe considerare come milanese l’area del sedime aeroportuale che è di fatto un’ area bianca» ha spiegato Bertani al Corriere della Sera. «Si trova nel Comune di Lonate Pozzolo, ma l’ interlocutore più importante Milano». Non bisogna infatti dimenticare che il Comune è il principale azionista di Sea, la società di gestione dell’aeroporto,
e che Malpensa è una specie di enclave dove si fa il prefisso telefonico 02 e dove le decisioni dipendono molto dalle scelte politiche e di bilancio di Milano. E non bisogna dimenticare neppure che la brughiera è uno degli ambienti più peculiari del parco, direttamente a contatto con l’aeroporto (nella foto: la torre di controllo si staglia sulla brughiera boscata della zona del Gaggio). Non solo terza pista, però: si parla anche del raddoppio dello scolmatore che porterebbe invece le acque inquinate del bacino di Seveso e Olona verso il Ticino, con sbocco ad Abbiategrasso. «Per questo – conclude la presidente del Parco – credo che in un momento di grande cambiamento dei parchi lombardi il Comune possa considerare di aderire volontariamente».
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