Gozzini in commissione sanità fa infuriare Erica D’Adda

Secondo la consigliera del Pd la relazione presentata dal direttore dell'azienda ospedaliera è poco seria. Per questo motivo ha lasciato la commissione disgustata: "Un direttore generale non può permettersi certi comportamenti da bar "

Se n’è andata disgustata Erica D’Adda, consigliere comunale del Pd a Busto Arsizio, prima della fine della seduta della commissione sanità che si è svolta ieri, mercoledì, a Palazzo Gilardoni. Tema della commissione: i tagli operati dall’Azienda ospedaliera di Busto-Saronno-Tradate. A far andare su tutte le furie la consigliera sarebbe stato proprio il direttore generale dell’azienda Armando Gozzini che, secondo quanto percepito dalla stessa D’Adda, relazionato sulla situazione dell’ospedale cittadino "in maniera poco seria". Secondo l’esponente del Pd sono diversi i punti sui quali il dirigente sarebbe "scivolato" a partire dalla definizione di tagli: «Secondo il nostro direttore non andrebbero definiti tagli mentre i piani triennali sarebbero "libri dei sogni", fogli in cui si mette dentro di tutto un po’, tanto si sa che se le cose poi non si fanno… pazienza! Ancora peggio sui primari dell’ospedale descritti come intenti ad ottenere sedie in tinta con l’ambiente, fino all’identificazione degli extracomunitari come la causa delle perdite economiche dell’ospedale, fornendo un assist alla Lega Nord che non attendeva di sentire altro».

Di fronte alla serie di "battute" definite "da bar" Erica D’Adda sottolinea che sono mancati, nella relazione del direttore, i dati precisi a sostegno delle sue affermazioni, in particolare sugli extra-comunitari. Poi l’appello al presidente della Commissione: «Nutro nei confronti di Paolo Genoni, stima personale e politica. Voglio continuare a mantenerla, non ‘a prescindere’, per cui pongo dei punti alla sua riflessione. Forse non si dovrebbe consentire a nessuno, invitato a parlare in commissione, la continua interruzione dei consiglieri commissari, che sono stati rispettosi dell’esposizione altrui. Forse non si dovrebbe affermare che si devono evidenziare in certe sedi solo le cose buone: sempre, e ancor di più quando si parla della salute dei cittadini, è un dovere analizzare con concretezzai i problemi che ci sono.  Forse, si dovrebbe chiedere un rispetto maggiore nei confronti di persone che non sono in situazioni di disagio cronico per divertimento, e indirizzare la discussione su un piano di comprensione. Altrimenti tutto è consentito, sempre». E alla Lega Nord: «Dietro a quello che sembrava un arido resoconto di dati e una richiesta di spiegazioni sui tagli, ricordo che ci stanno le persone, le famiglie, la vita vera.  Che qualche leghista abbia piacere che me ne sia andata mi rende fiera.  Giovincelli che la politica e non il lavoro chiama a sé, cos’altro possono fare se non ripetere la lezione?».

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Pubblicato il 17 Novembre 2011
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