“Molti comuni stanno decidendo di non rispettare il patto di stabilità”
Sulla polemica che si è aperta sul bilancio del comune interviene anche Rosario Tramontana, capogruppo del Pdl cittadino
Uscire dal patto di stabilità, un provvedimento che, se preso, nulla ha a che vedere con l’assenza di programmazione. Il mondo è drasticamente cambiato in pochi mesi, non l’Italia, l’intero sistema economico europeo. La crisi dei debiti pubblici, il deficit, la disoccupazione, non per ultimo il sistema banche. Non parlerei di fallimento, piuttosto di aver toccato il fondo e dover ripartire.
Vorrei ricordare che la programmazione non avviene di giorno in giorno, ma annualmente se non addirittura nel triennio, soprattutto per quanto riguarda i servizi e le opere.
A tutto questo si alleghi la coscienza. Quella alla quale ogni parte politica deve, ad un certo punto, far appello…e non dimentichiamo il buon senso. Ci sono innumerevoli aziende, che hanno dei titolari, che hanno delle famiglie, con dei figli ai quali garantire un futuro, ai quali la politica deve rispondere. Subito. Pena il fallimento di molte delle aziende interessate, soprattutto le piccole realtà imprenditoriali. E non può che farlo con un atto di coscienza che, ripeto, alle volte è scomodo, duro da affrontare e magari “anti voto”….ma resta necessario.
Il consentire il pagamento delle somme arretrate da anni a persone che hanno lavorato non è un errore, non è nemmeno una colpa. Penso che non si possa nuovamente strumentalizzare il tutto riversando sulla gestione delle amministrazioni comunali quanto accade nell’intero sistema. Ricordo a tutti i colleghi che nell’amministrare un comune si fanno i conti con i cittadini tutti i giorni sul marciapiede…che è ben altra cosa.
La patrimoniale causa dei problemi? La società detenuta dal comune svolge servizi per l’intera città, consente al Comune di svolgere e garantire attività che, diversamente, si sarebbero interrotte già da tempo… comprendo che dare il via alla campagna elettorale con lo slogan Seprio sia semplice… ma se dobbiamo confrontarci facciamolo realmente, non per guadagnarsi un voto in più.
L’assurdo vero è il paradosso che si concretizza è come se il marito non potesse dare i soldi alla moglie per pagare la retta dell’asilo del figlio, in quanto la stessa moglie divenuta fornitore!
Abbiamo sempre cercato di stare vicino alle imprese, oggi possiamo liquidarle dicendo che il patto non ci consente di pagare il loro lavoro fatto mentre guardiamo attoniti il cospicuo saldo attivo del conto corrente in tesoreria?
Vorrei riportare la rilevanza dell’argomento ad un gradino più alto, invitando i cittadini a sostituirsi per un attimo a chi poi deve prendersi la responsabilità delle scelte.
La minoranza fa il suo mestiere, ed è giusto così. Ma a noi poi spetta il compito di decidere. Non abbiamo tempo per fare ipotesi.
Nel solo panorama lombardo ci sono comuni di centro destra e di centro sinistra che, ugualmente, hanno deciso di uscire dal patto….non è una questione di appartenenza politica. E sono molti, molti più di quanto non si pensi.
Il provvedimento è allo studio, ma era corretto riportare un po’ d’ordine alle cose.
Invito personalmente le forze di maggioranza ed opposizione ad un confronto aperto sul tema…a noi spetta la responsabilità di amministrare e di decidere, ma con il confronto, perlomeno, servirà per non creare fraintendimenti o, peggio, la divulgazione di false informazioni.
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