Amicizia e solidarietà per lanciare “Il Circolo della Bontà”
Nella serata di giovedì 1 dicembre nell'Aula Magna dell'Università dell'Insubria si festeggiano i pensionati 2011 dell’azienda ospedaliera e e si annuncia il varo ufficiale di una fondazione
Fa bene al cuore iniziare con una festa dedicata al lavoro e alla solidarietà il mese che nella terza decade ogni anno ci porta giorni che tutti noi vogliamo vivere serenamente.
Stasera nell’Aula magna dell’Università si festeggiano i pensionati 2011 dell’azienda ospedaliera e si annuncia il varo ufficiale di una fondazione, “Il Circolo della Bontà”, realizzata per un delicatissimo compito: ricucire il dialogo tra la città e una istituzione di grande tradizione, il nostro nosocomio, trascurata e calpestata dagli anni ruggenti di una politica nazionale che ha scritto pagine vergognose della storia degli italiani.

Chi oggi è nella trincea del servizio merita comprensione e amicizia da parte della comunità e non può essere dimenticato al momento dell’applauso e del ringraziamento rivolti a medici, infermieri, dirigenti, tecnici, impiegati, inservienti che hanno lasciato l’ospedale.
Il Circolo della Bontà a sua volta è degno di grande amicizia e solidarietà nell’impresa che sta avviando nel migliore dei modi. La fondazione vuole infatti cancellare nella popolazione il ricordo e i segni di un amore tradito e che per decenni aveva visto grandi e piccole, anzi anche minime donazioni, come atto di fiducia dei cittadini, sempre ricambiata, nella mano pubblica che gestiva l’ospedale. Una sensibilità, una attenzione già notevoli prima ancora, dicono gli storici, che l’istituzione ospedaliera all’inizio del ‘900 assumesse dimensioni e ruolo di primaria importanza.
Proprio dall’ospedale, da chi ne aveva studiato e capito la storia, lo scorso anno sono partiti la richiesta di riconciliazione, l’appello alla necessità di ritrovare con i cittadini un cammino comune che possa recuperare presenze, partecipazione, condivisione, entusiasmi che avevano fortemente motivato la solita tenacissima e concreta Varese nell’azione per la tutela di un bene sociale come la salute.
Stasera Gianni Spartà, al quale dobbiamo un’altra grande iniziativa come “Varese per l’oncologia”, ripercorrerà il cammino fatto per la costituzione della fondazione, e traccerà la strada maestra del futuro, io invece colgo l’occasione per alcune personalissime osservazioni.
Il Circolo della Bontà non è nato per la questua, ma per ricreare le condizioni ideali
per collaborazioni che abbiano spessore umano, scientifico, assistenziale, per proporre all’attenzione di tutti situazioni alle quali si può ovviare con buone senso, per ridare fiducia ai cittadini nell’istituzione ospedaliera. Nessuno offre o chiede miracoli, ma solo determinazione. Nessuno vuole sostituirsi alla politica, ma alla politica e ai vertici istituzionali, compresi quelli della sanità, locali o lombardi, sono certo che tutti chiedano trasparenza, credibilità, rispetto delle regole.

Nel campo della salute la Varese che conta non è mai stata solo ed esclusivamente dei grandi donatori, di coloro che hanno fatto la storia, ma anche degli operatori sanitari, delle persone umili, che potevano donare solo riconoscenza e stima a chi aveva creato le condizioni per un’assistenza d’avanguardia. Cresceva anche così la cultura della solidarietà che è forte ancora oggi in tutta la nostra gente.
Con l’ospedale si può dunque riprendere il cammino interrotto, ma con pari chiarezza e lealtà anche da parte della comunità, in particolare offrendo comprensione e aiuto nel momento delle difficoltà, che ci sono e ci saranno, grazie a un nuovo rapporto basato sulla reale conoscenza dei problemi, ovviamente compatibile con le strategie aziendali. La Varese della salute in passato ha patito delusioni anche con il nuovo ospedale, spesso e volentieri per mancanza di una accettabile comunicazione. E colmare la lacuna può essere un altro obiettivo del Circolo della Bontà.
Ci sarà tanta gente questa sera per una festa della nascita o meglio di una rinascita. Farò torto a centinaia di gentiluomini che negli anni di cronista all’ospedale ho conosciuto, ma mi concedo un piccolo “amarcord“, anzi un “maregordi“, pensando con stima, in questa occasione di rinnovata amicizia, a Giorgio Bignardi, mitico direttore sanitario, l’uomo del rispetto delle regole; salutando con affetto smisurato Ermanno Montoli, pazientissimo medico di moltissimi giornalisti, e poi Dante Trombetta e Renato Morandi, ovvero don Camillo e Peppone, storico duo biancorosso di amministratori dell’ospedale.
Voglio concludere con un grazie strepitoso a Giuseppe Adamoli, al quale dobbiamo il finanziamento per il nuovo monoblocco del Circolo. E’ progressista, non gli daranno mai la “Martinella” e poi è nel PD del “tassator cortese” Mario Monti.
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