Porfidio vince la sua battaglia: multe ai disabili illegittime
La causa civile dell’ex consigliere comunale contro le multe in centro per i disabili arriva a conclusione e Porfidio lancia l’idea di una class action contro il Comune
Un disabile che passa nella ZTL del centro di Busto deve avvisare telefonicamente il comune entro 48 ore a meno di non volersi vedere recapitata a casa una multa salata. Audio Porfidio, ex consigliere comunale e celebre assicuratore, non lo ha (quasi) mai fatto e per questo è stato sommerso da multe. Contravvenzioni che Porfidio ha deciso di non pagare e di impugnare in tutte le opportune sedi giudiziarie. Un anno fa, Prefetto e Giudice di Pace gli avevano dato torto ma la battaglia è continuata fino ad arrivare alla pronuncia del giudice di secondo grado, Emanuela Fedele, che ha dato pienamente ragione a Porfidio. «E’ stata una sentenza sia di merito che di metodo» spiegano gli avvocati Enza Tessitore e Matteo Pelli «che ci ha dato pienamente ragione». In sostanza la sentenza ha condannato sia la procedura con la quale la norma è entrata in vigore sia ciò che quella norma prevedeva. “La mancata comunicazione telefonica -si legge nella sentenza- non può rendere illegittimo l’accesso alla zona a traffico limitato dell’utente dotato di contrassegno per disabili” e questo consegna la sentenza di Porfidio alla giurisprudenza come importante precedente. «Non c’erano mai stati casi di questo tipo in tutta Italia -spiega l’avvocato Tessitore- e oggi la nostra vittoria aiuterà le 2500 pendenze che giacciono sul tavolo del giudice di Pace».
Il più soddisfatto della sentenza è, ovviamente, Audio Porfidio. Secondo l’ex consigliere comunale «questa è la prova che l’amministrazione comunale si è accanita su disabili e anziani in difficoltà per fare cassa». Persone che spesso «hanno dovuto sacrificare gran parte della loro pensione per pagare un provvedimento ingiusto e che oggi meritano un risarcimento». Porfidio, prima di passare alle carte bollate, aveva portato la questione in consiglio comunale «dove sono stato attaccato e deriso da maggioranza e opposizione, accusandomi di non conoscere il codice della strada». Ma oggi «abbiamo dimostrato che chi non conosceva il codice erano l’allora comandante della Polizia Locale, Alessando Casale, e l’ex assessore alla sicurezza Walter Fazio». Certo, ora il comune potrebbe ricorrere in Cassazione ma l’illegittimità del provvedimento non sarà più in discussione.
Porfidio si riserva ora di valutare se intraprendere azioni legali contro Palazzo Gilardoni per i danni subiti da questa vicenda durante la campagna elettorale che ha visto lo stesso perdere il suo posto da consigliere in consiglio comunale. Ma c’è una cosa che il fondatore della “Voce della Città” vuole fare: «aiutare i disabili a far valere i loro diritti». Per questo lancia con i suoi legali l’idea di una class action contro il comune che si stima potrebbe interessare «centinaia se non migliaia di persone». Audio Porfidio invita quindi a rivolgersi ai suoi uffici in viale Cadorna 1 per iniziare a pensare ad una strategia per far valere i propri diritti.
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