Una petizione per un consiglio comunale aperto sull’acqua
Proposta del comitato che ha sostenuto i referendum dello scorso giugno: “Abbiamo scritto al sindaco ma non ci ha risposto”
Una raccolta firme per convocare un consiglio comunale aperto dedicato al tema dell’acqua. È quello che sta organizzando il “Comitato Acqua bene comune” che ha sostenuto i referendum dello scorso giugno. «Abbiamo scritto al sindaco di Saronno e ai suoi colleghi del Saronnese chiedendo loro di prendere anche sul territorio i provvedimenti conseguenti alla vittoria del SI’ il 12 e 13giugno – spiegano dal Comitato -. Non siamo stati degnati nemmeno della cortesia di una risposta, ufficiale tanto quanto la nostra richiesta. E così, approfittando del vuoto normativo lasciato dal referendum, tutto si è fermato. Più volte, in questi mesi, abbiamo ribadito la necessità di un dibattito pubblico, trasparente e democratico nei nostri comuni e in provincia (luogo di decisioni importanti, in concorso coi comuni), ma finora ci è stato negato».
«Abbiamo deciso di chiedere al sindaco di aprire un dibattito con i suoi concittadini, invitando anche i rappresentanti di comuni del Saronnese, nella sede più partecipativa possibile: un consiglio comunale aperto, dove è possibile l’intervento di ogni cittadina e cittadino – proseguono dal Comitato -. Chiediamo ai cittadini saronnesi e non di aiutarci a raccogliere le 300 firme necessarie per la richiesta di questa occasione di partecipazione, dato che il comune non la offre. Appoggiamo la mozione, che sarà presentata al primo consiglio comunale ordinario utile a Saronno, che chiede di modificare rapidamente lo statuto cittadino, inserendo due concetti: l’acqua è un bene privo di rilevanza economica; il servizio idrico integrato deve essere gestito da un ente di diritto pubblico».
«Chiediamo infine al sindaco di Saronno di proporre, mercoledì in provincia, una moratoria rinviando l’applicazione della legge regionale – concludono -, nella prospettiva di lavorare sull’ipotesi di un ente di diritto pubblico (azienda speciale consortile) per la gestione del Servizio Idrico Integrato di tutta la provincia. Non è ancora troppo tardi. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia».
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