La “rivoluzione” degli orari, i commercianti la vogliono bloccare
Con il nuovo anno è partita la liberalizzazione degli orari dei negozi e dei locali di tutta Italia: che ora possono rimanere aperti anche continuamente. "Un regalo alla Grande distribuzione" sostengono i "piccoli"
Con il nuovo anno è partita la liberalizzazione degli orari dei negozi e dei locali di tutta Italia: dal primo gennaio possono infatti rimanere aperti anche 24 ore su 24, domeniche comprese.
A prima vista, una vera e propria rivoluzione, specie per chi non ha tempo di fare shopping durante i giorni lavorativi o chi ha tempo libero soltanto nel weekend: secondo la legge 111 del 2011 spiega come i negozianti potranno decidere liberamente quando aprire e chiudere, così come ci sarà massima libertà ci sarà anche per quanto riguarda le aperture domenicali. Nella nuova normativa rimangono in vigore solo alcune delle norme precedenti: come ad esempio quella per la vendita di alcolici e superalcolici, che come sempre prevede vendita interrotta tra le tre e le sei del mattino nei locali e dalla mezzanotte alle sei del mattino nei negozi (legge 120 del 2010).
Ma per i diretti interessati, questa liberalizzazione cosa rappresenta? «Per noi queste liberalizzazioni sono dannose anche per questioni di sicurezza. l’apertura indiscriminata permetterà agli operatori di aprire in qualsiasi ora, e questo non è bello nemmeno per le forze dell’ordine che dovranno controllare di più – Esordisce nel commento Sergio Bellani, direttore di Uniascom – E poi un negozio aperto è un costo: più ore stanno aperti più ci sono spese. Morale, queste liberalizzazioni non porteranno vantaggi economici: è stata una scelta sbagliata. Si è limitata a seguire le esigenze della grande distribuzione».
La legge approvata dal governo Monti ed entrata in vigore il primo gennaio non è però definitiva: concede infatti novanta giorni di tempo agli enti locali – in particolare alle regioni – per adeguare i propri ordinamenti, o adattarli, a questa liberalizzazione. «Noi siamo totalmente contrari a questa liberalizzazione degli orari: ci sembra una scelta sbagliata che non c’entra con la manovra economica. Un vero e proprio regalo alla grande distribuzione – Commenta Gianni Lucchina, direttore di Confesercenti Varese – Per questo, visto che la legge prevede che le Regioni abbiano la priorità sulle leggi del commercio, chiederemo che vengano entro il termine definito realizzate delle norme regionali che ridimensionino la portata di quella nazionale. Nel caso in cui le regioni non deliberino per tempo, infatti, resterà in vigore la legge nazionale, che noi contestiamo».
Ma chi utilizzerà effettivamente le liberalizzazioni degli orari concesse dalla nuova legge? «Semplice: i kebab e la grande distribuzione – risponde senza mezzi termini il direttore Lucchina – Per il commercio di vicinato, invece, sarà un colpo mortale».
«Sul territorio invece non penso che avrà effetti così immediati tranne che per la grande distribuzione – aggiunge Bellani – Certo, in un secondo tempo gli imprenditori valuteranno pian pianino se vale la pena sfruttarla. Ma in un momento di crisi di consumi mi sembra francamente un controsenso».
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